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Le Iene, "occhio al salmone che acquisti": come riconoscere se il pesce è stato attaccato dai parassiti

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C'è salmone e salmone. Parola di Don Staniford, attivista e presidente di Salmon Watch, che a Le Iene su Italia1 lancia un avvertimento. Non tutti i cibi che arrivano in tavola sono uguali per questo - spiega a Matteo Viviani durante la puntata dell'11 maggio - bisogna imparare alcuni accorgimenti per evitare il peggio. Secondo Staniford i salmoni dentro alcuni allevamenti intensivi non sarebbero in ottime condizioni: "Essendo ammassati in un ambiente così stretto, si ammalano, vengono attaccati da parassiti - prosegue l'esperto -. I parassiti poi si insinuano nella carne sopra la testa: le chiamano ’corone della morte’”.

 

 

Per questo alcuni allevatori poi "utilizzano ogni tipo di sostanza chimica, coloranti artificiali nella carne di salmone, usano organofosfati, medicine per uccidere i parassiti". Il tutto arrivando direttamente nelle nostre case. Finito qui? Niente affatto. Staniford confessa che spesso e volentieri il salmone è sottoposto ai coloranti. Il motivo? Tutta questione economica e di vendita. Addirittura esisterebbe una cartella di colori per misurare e correggere la colorazione del salmone. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che i consumatori sono disposti a pagare di più per salmone più tendenti al rosso. Le Iene hanno voluto testare personalmente le parole dell'esperto. Il risultato è sconcertante: su cinque campioni che Viviani ha consegnato, uno è risultato pulito, uno meno pulito ma sempre a norma, due invece non a norma ma commercializzatili grazie alla legge europea dello scorso anno che ha alzato i limiti richiesti, e infine uno fuori norma e non commercializzabile. Un metodo semplice per capire se il salmone è buono - conclude la tramissione - è affondare il dito nella carne. Se è fresco, non ci sarà resistenza.

 

 

Qualche giorno fa il ministero della Salute ha annunciato il ritiro riguarda un lotto di salmone selvaggio Sockeye affumicato, prodotto da Polar Salmon Hjerting Laks. Lo stop, come riportava ilfattoalimentare.it, era legato alla "possibile presenza di Listeria monocytogenes", che è stata segnalata attraverso il sistema di allerta europeo Rasff. 

 

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