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Veneto, "contaminazione record": acqua e cibi pericolosi, l'elenco che terrorizza la regione

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In Veneto, tra le province di Vicenza, Verona e Padova c'è la più elevata ed estesa contaminazione da Pfas (perfluoroalchiliche) al mondo. Che riguarda non solo le acque ma anche gli alimenti, come confermano i dati sui campioni prelevati nella zona rossa, resi noti da Greenpeace e dall’associazione Mamme No-Pfas. E mentre è in corso il maxi-processo che vede imputati 15 manager dell’azienda chimica Miteni e delle controllanti Mitsubishi e Icig per avvelenamento delle acque potabili e disastro ambientale, si attende ancora una bonifica del terreno sottostante la Miteni, che anche a macchinari spenti continua a rilasciare nella falda le sue sostanze tossiche.

 

 

Nel 2017 l’Istituto superiore di sanità aveva infatti analizzato oltre 1.200 campioni di alimenti prelevati nella zona rossa, distribuiti equamente tra vegetali e di origine animale. I risultati di quest’analisi, riporta Ilfattoalimentare.it, non erano finora stati resi noti, se non in forma parziale. Dai dati forniti, emerge che i prodotti che hanno assorbito le dosi maggiori di contaminanti, tra quelli analizzati, sono le uova di gallina (fino a 37.600 nanogrammi in un chilo), seguite dal fegato di maiale (fino a 36.800 nanogrammi/chilo) e dalle carpe (fino a 18.600 nanogrammi/chilo). "Anche se i campioni positivi risultano 204 su un totale di 1.248 analizzati – spiega Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace – va precisato che non ci sono stati forniti effettivamente tutti i dati e mancano inspiegabilmente all’appello proprio alcuni dei pesci prelevati dai corsi d’acqua contaminati”.

 

 

I criteri in base ai quali sono stati scelti alcuni campioni piuttosto che altri risultano comunque poco chiari e non sistematici. Sono stati per esempio analizzati 80 fegati di vitello/vitellone mentre, per quanto riguarda una produzione molto importante nell’area, come quella del radicchio, è stato preso in considerazione un solo campione. Sono del tutto assenti altre matrici ricche d’acqua e importanti nell’economia della zona, come, solo per citarne alcuni, melone e anguria. Le Pfas (perfluoroalchiliche) sono ormai oltre 4.700. Si tratta di catene di carbonio legate ad atomi di fluoro che non esistono in natura e non si conoscono ancora in maniera completa i danni che possono causare all’organismo.  

 

 

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