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Prosciutto di Parma, "vietarne la vendita": studio-choc, cosa finisce in tavola

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Nel mirino degli animalisti ora ci finisce anche un'eccellenza come il prosciutto di Parma. In particolare l'eccellenza emiliana finisce nel mirino degli attivisti del Regno Unito, che hanno chiesto di sospendere subito la vendita del prosciutto di alta qualità prodotto negli allevamenti Ue da "siti di stoccaggio".

 

Il punto è che un'indagine sotto copertura del gruppo di campagna per il benessere degli animali Compassion in World Agriculture (CWF) ha messo in evidenza che le scrofe sono costrette a trascorrere settimane in gabbie così piccole che possono solo stare in piedi e sdraiarsi. Il tutto è supportato da filmati girati in 16 aziende agricole tra Italia, Spagna, Francia e Polonia, comprese alcune che producono prosciutti di Parma e Bayonne.

 

Svezia e Regno Unito vietano le gabbie dal 1999, ma l'utilizzo di simile strumento resta legale nella Ue, obbligando i suini ad essere tenuti in gabbia dallo svezzamento delle loro precedenti cucciolate fino alla fine delle prime quattro settimane di gestazione. Una situazione di oggettivo degrado, con le scrofe costrette tra le loro feci e la loro urina, impossibilitate a nutrire i piccoli e impegnate in comportamenti inspiegabili, quali mordere e masticare l'aria. Ragione per cui il CWF ha chiesto di sospendere le vendite dei prodotti in questione. Il gruppo invierà le sue conclusioni anche ai ministri dell'agricoltura di tutta Europa, esortandoli ad attuare senza indugio un divieto dell'UE sull'allevamento in gabbia, ha fatto sapere Sarah Moyes, Senior Campaings Manager di CWF.

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