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Natale 2025, pranzo e cenone: cosa e come mangiare per non rischiare

di Paola Natalimercoledì 10 dicembre 2025
Natale 2025, pranzo e cenone: cosa e come mangiare per non rischiare

3' di lettura

Le feste si avvicinano e, con loro, il consueto dilemma: come godersi pranzi, cene e brindisi senza trasformare la tavola in un terreno di battaglia contro le calorie? Tre consigli per non ingrassare durante le feste e non trasformare la tavola natalizia in un campo minato costellato di sensi di colpa, calcoli e trasgressioni da espiare senza però rinunciare all’inevitabile maratona gastronomica in cui ogni tavola diventa un buffet infinito.  Tuttavia, esiste una verità tanto semplice quanto liberatoria: non serve demonizzare alcun alimento, ma imparare a godere della convivialità con consapevolezza.

“Non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale, spiega Andrea Valigi, biologo nutrizionista, ciò che conta è la moderazione intelligente, ovvero saper riconoscere dove si annida il rischio. Il problema non è il panettone o il pandoro in sé, ma quella fetta che diventa due, poi tre, poi il continuo spiluccare tra un pasto e l'altro. Durante le feste troviamo, dolci, torroni ovunque in casa: sul tavolo del soggiorno, in cucina, accanto al divano. La disponibilità costante ci trasforma in mangiatori distratti. La soluzione non è l'astinenza totale o evitare cibi particolari, ma la presenza: godiamoci una fetta di dolce a fine pasto, assaporiamola davvero, e poi chiudiamo la scatola. Il panettone consumato per noia davanti alla televisione non è convivialità, evitiamolo”.

Lo stesso discorso vale per la frutta secca, regina incontrastata del dopo pasto durante le festività. “Mandorle, noci, nocciole sono alleati preziosi della nostra salute, ma la loro concentrazione calorie è elevata – continua il nutrizionista Valigi di Synlab   - Quel piattino di frutta secca che svuotiamo meccanicamente mentre chiacchieriamo può valere quanto un pasto completo. Prendiamo una piccola porzione, mettiamola in un piattino a parte, e quando è finita, è finita. Non continuiamo ad attingere direttamente dalla grande ciotola condivisa”. 

Gli aperitivi infiniti con patatine, salatini, pizzette e tartine, soprattutto se prolungati, possono nascondere molte insidie. “Sembrano innocui perché piccoli, ma quando l'aperitivo si protrae a lungo prima del pranzo (o cena) vero e proprio, consumiamo un pasto intero senza accorgercene. Meglio arrivare a tavola con un appetito sano. Poi ci sono i fritti: le fritture di pesce della vigilia, le zeppole, le chiacchiere. In questo caso “moderazione” significa scegliere. Due o tre pezzi bastano per godere del sapore senza appesantirci. Il problema non è il fritto o l’arrosto in sé, ma la sua combinazione con vino, dolci, portate successive che si accumulano senza sosta”.

E proprio gli alcolici sono il “territorio” dove la festività spesso diventa scusa per eccessi pericolosi. “Un brindisi con prosecco o spumante appartiene alla ritualità del Natale ma riproporlo ad ogni portata altera metabolismo e lucidità, spiega il nutrizionista,  i superalcolici come grappa, amari e liquori –sono particolarmente insidiosi: piccole quantità, grande concentrazione calorica, effetto immediato sulla capacità di percepire la sazietà. Quel bicchierino "per digerire" dopo un pasto già abbondante non aiuta affatto la digestione, la ostacola. Se durante il pasto beviamo vino, con moderazione, lasciamo perdere i distillati”.

“La convivialità autentica non ha bisogno dell'eccesso per essere piena. Quando scegliamo consapevolmente cosa e quanto mettere nel piatto, quando rispettiamo i segnali di sazietà del nostro corpo, quando preferiamo la qualità dell'esperienza alla quantità del consumo, stiamo praticando una forma di rispetto verso noi stessi, verso chi ha cucinato, verso il significato stesso del ritrovarsi. Ogni cibo ha il suo posto e il suo momento, nessuno va temuto ma nessuno va consumato senza limite, sedetevi dunque a tavola con consapevolezza. E ricordate, conclude il nutrizionista, chilogrammi di troppo non si costruiscono nei giorni di festa, ma nelle scelte quotidiane di tutti gli altri giorni dell'anno”. 

Concedersi il piacere del cibo natalizio non è un pericolo, basta ascoltare il proprio corpo, evitare gli eccessi inconsapevoli e ricordare che sono le abitudini quotidiane a fare la differenza.