Presentati all’ESC i nuovi dati dello studio ENGAGE AF-TIMI 48

di Maria Rita Montebellidomenica 7 settembre 2014
Presentati all’ESC i nuovi dati dello studio ENGAGE AF-TIMI 48
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Presentati a Barcellona nel corso del congresso europeo di Cardiologia ESC 2014 i dati provenienti da un sottogruppo dello studio in fase 3 ENGAGE AF-TIMI 48, che ha esplorato il rapporto tra la dose edoxaban, la sua concentrazione e l’anti-fattore Xa nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare (NVAF). L'analisi ha inoltre confrontato i tassi di sanguinamento maggiore e di efficacia dei risultati – ictus ed eventi embolici sistemici (SEE) – di edoxaban rispetto a farfari e lo stato di riduzione ‘by dose’ stratificato. "Questa è la prima analisi di un nuovo anticoagulante orale che valuta il dosaggio, la concentrazione, l’anti-fattore Xa di edoxaban in rapporto all’efficacia e ai risultati sul sanguinamento - ha detto Christian Ruff, MD, MPH, ricercatore, TIMI Study Group, Medico Associato, Brigham e l'ospedale delle donne, Assistant Professor di Medicina, Harvard Medical School, Boston, MA - Come parte della AF-TIMI 48 studio ENGAGE, abbiamo somministrato una dose edoxaban ridotta a pazienti con pre-specificato fattori clinici noti per aumentare il rischio di sanguinamento dovuto di esposizione al farmaco più alto. Questa analisi ha mostrato che, mentre le concentrazioni di Edoxaban e anti-fattore Xa in questi pazienti sono diminuiti, i tassi di ictus o di eventi embolici sistemici sono stati in linea con quelli che non hanno ricevuto una dose più bassa, con maggiori riduzioni di sanguinamento rispetto al warfarin”. L’ENGAGE AF-TIMI 48. Lo studio ha confrontato due diverse strategie di trattamento ‘once a day’ di edoxaban, una ad alto dosaggio (60 mg o 30 mg in dose-ridotto) e una a basso dosaggio (30 mg o 15 mg in dose-ridotto) con warfarin, per una mediana di 2,8 anni. L'analisi pre-specificata ha rilevato che nel regime ad alto dosaggio di edoxaban, rispetto a warfarin, la riduzione del rischio relativo di ictus o vedere osservata nei pazienti trattati con 60 mg (hazard ratio [HR], 0.78; intervallo di confidenza al 95% [CI] ,,61-,99) era sovrapponibile a quello osservato nei pazienti trattati con riduzione della dose a 30 mg (HR, 0,81; CI, 0,58-1,13) (edoxaban p interazione = 0,85). Un numericamente minore incidenza di sanguinamento maggiore è stato osservato nei pazienti trattati con 60mg edoxaban rispetto al warfarin (HR 0,88, 95% CI, 0.76 to1.03) e nei pazienti trattati con dose ridotta edoxaban 30mg rispetto al warfarin (HR 0.63, 95% CI, 0.50 a 0,81), con una maggiore riduzione relativa visto nel braccio 30mg dose ridotta (edoxabanp-interazione = 0.02). Nel regime a basso dosaggio di edoxaban rispetto al warfarin, inoltre, il rischio relativo di ictus nei pazienti trattati con 30 mg (HR, 1,07, 95% CI, 0,86-1,34) è stato sovrapponibile a quello osservato nei pazienti trattati con riduzione della dose a 15 mg (HR, 1,07, 95% CI, 0,79-1,46) (edoxaban p-interazione = 0,99). Una ridotta incidenza di sanguinamento maggiore è stato osservato nei pazienti trattati con 30mg edoxaban rispetto al warfarin (HR, 0,55, 95% CI, 0,46-0,65), e nei pazienti trattati con dose ridotta edoxaban 15mg rispetto al warfarin (HR, 0,31, 95% CI, 0.23 a 0,42), con una maggiore riduzione relativa visto nel braccio 15mg dose ridotta (edoxaban p-interazione = 0,002).