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Sgarbi all'ospedale litiga con gli infermieri: "Ho da fare, i prelievi li facciamo dopo"

Matteo Legnani
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Ci sono malati che non vogliono fare i malati. E Vittorio Sgarbi è tra questi. Col carattere fumantino che lo contraddistingue, deve essere già stufo di starsene all'ospedale di Modena, dove è degente dopo l'ischemia che lo ha quasi ucciso 48 ore fa mentre si trovava in auto. Già la sera precedente, la prima in reparto, il critico d'arte aveva dato i primi segnali di inquietudine, dicendo a mezzanotte di essere affamato. ovviamente, a quell'ora, la cucina del Policlinico emiliano era chiusa e così l'autista Guido, che l'altra sera gli ha salvato la vita portandolo subito al pronto soccorso e che lo sta assistendo in queste ore, è uscito a caccia di qualcosa di commestibile. Trovando per fortuna un ristorante ancora aperto e portando a Sgarbi un ottimo brodo di cappone (senza cappelletti, però). La notte è passata bene, ma stamattina Sgarbi s'è svegliato con la luna di traverso: all'arrivo degli infermieri che hanno bussato alla sua porta per i prelievi, ha infatti risposto con un "lasciatemi stare , i prelievi li facciamo dopo, adesso ho da fare". E si è rimesso a dormire. Dovrà pazientare ancora un po', Vittorio. Il monitoraggio costante cui è stato sottoposto in queste ore ha consentito ai medici di scoprire un'altra coronaria a rischio, che richiederà un nuovo piccolo intervento lunedì mattina. Quindi, dopo un paio di giorni di convalescenza, dovrebbe essere dimesso.

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