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Alessandro Di Battista, il destino del padre nelle mani del grillino Alfonso Bonafede: come lo può salvare

Gino Coala
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Il destino giudiziario di Vittorio Di Battista, padre di Alessandro, sarà presto nelle mani del ministro della Giustizia, il grillino Alfonso Bonafede. Su Dibba senior pende l'indagine della procura dopo gli attacchi violentissimi pubblicati su Facebook contro Sergio Mattarella. Dal suo profilo aveva pubblicato: "Forza mister Allegria, fai il tuo dovere e no avrai seccature". In più, riporta Repubblica, aveva aggiunto: "Vada a rileggere le vicende della Bastiglia", con chiara minaccia contro il Capo dello Stato. Leggi anche: Di Battista, il padre indagato per le minacce a Mattarella: cosa rischia All'ex collega di Alessandro Di Battista spetterà il compito di decidere se autorizzare la procura a proseguire l'indagine, come previsto dall'articolo 313 del codice penale, che attribuisce una certe autonomia al guardasigilli: Bonafede potrà quindi decidere se aggravare le accuse o addirittura archiviare il fascilo. Nel frattempo gli inquirenti hanno "potenziato" il dossier su Dibba senior, passando dal contestargli l'"offesa al prestigio del Presidente della Repubblcia" a ben più serio "offesa alla libertà del Presidente della Repubblica". La differenza sta negli anni di detenzione potenziali: nel primo caso il massimo è di cinque anni, nel secondo quei cinque sono il minimo e possono arrivare fino a 15. Formalmente Vittorio Di Battista non è iscritto nel registro degli indagati, visto che gli inquirenti aspettano l'informativa dei carabinieri che chiarisca una volta per tutte chi c'è dietro il profilo analizzato. Una formalità, che certamente non si fermerà neanche dopo che il post è stato frettolosamente cancellato.

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