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L'Espresso bastona le donne di destra: "Fareste sesso con Daniela Santanchè per...?"

Davide Locano
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Il corpo delle donne come frontiera della politica, ultimo discrimine tra civiltà progressista e barbarie reazionaria, vessillo desessualizzato da proteggere contro ogni possibile profanazione degli orchi, dai Weinstein globali ai Brizzi di casa nostra (di cui il pm ha appena chiesto l'archiviazione, ma per chi detta le regole del racconto è una breve in cronaca). In ogni caso, tutte balle. Il femminismo come ennesima incarnazione del sinistrisimo da salotto ha tutti i difetti dei precedenti ideologici: l'ipocrisia, il doppiopesismo, lo scollamento feroce tra teoria e prassi. Basti a dimostrarlo il “gioco test” estivo de L'Espresso in edicola in questi giorni: le classiche paginate sotto forma di improbabili domande al lettore, l'ideale per giustificare lo spreco di carta dei numeri agostani. La domanda del sondaggio in questo caso suona: «Sei Di Maio o Salvini?», populista tendenza gialla o tendenza verde, col linguaggio in voga da quelle parti. Segue serie di quesiti sull'universo mondo, fino alla domanda fatale. «Idee politiche a parte, fareste sesso con...». Le alternativa maschili spaziano da Roberto Fico «perché è ruspante» a Giancarlo Giorgetti «perché sa come si fa», un innocuo campionario di banalità redatto in base a un approccio vagamente lombrosiano. Alternative femminili. «Daniela Santanchè, per zittirla». «Marine Le Pen, per sculacciarla». «Chiara Appendino, per svegliarla». «Giulia Bongiorno, per disinnescarla». CAMBIO DI NOMI Rileggete, per favore, ma cambiate i nomi con Laura Boldrini, Angela Merkel (ammesso la “culona” di berlusconiana memoria possa rientrare in un gioco siffatto), Monica Cirinnà, Asia Argento. Cambiate quindi L'Espresso con una testata qualsiasi della destra becera-maschilista-sessista-trumpiana eccetera (non osiamo proporre direttamente Libero perché è noto che noi buzzurri a vette di purissima cultura distillata come quelle di cotanto sondaggio non arriveremmo nemmeno impegnandoci). Otterrete la guerra civile, né più né meno. Bombardamento del pensiero unico sui social a colpi di #metoo, una gara da parte di starlette di quart'ordine a rimembrare quella volta che fu loro sfiorato il ginocchio senza chiedere il permesso spacciata per grande presa di coscienza collettiva. Articolesse di donne privilegiate su giornali ormai pensati solo per privilegiati a proposito dell'aggressione machista che non passa, vergate mentre il marito prepara la cena. Registe, attrici, cantanti, famose a vario e dubbio titolo, unite nella lotta del Selfie, maglietta d'ordinanza «adesso zittiteci tutte». Aperture strillate dei telegiornali sull'emergenza femminicidio, palesemente collegata a un certo linguaggio intrinsecamente violento che noi gente perbene pensavamo abbandonato per sempre. Leggi anche: Repubblica, l'ultima vignetta contro il "razzista" Salvini Perché poi, al di là delle caricature, le parole hanno una loro consistenza oggettiva, indipendente dalla lente ideologica di chi guarda. E allora scopri che il passatempo dell'estate del più noto settimanale radical chic è chiedere ai suoi lettori se farebbero sesso con la Santanchè «per zittirla». Una concezione patriarcale e fascistoide del coito, verrebbe da dire, che fa del sesso l'arma maschile per tacitare le opinioni della donna. MORTIFICAZIONE Marine Le Pen, invece, andrebbe «sculacciata», nel rapporto di dominanza più banalmente maschilista che esista, al cui confronto il Trump che chiede alla pornostar Stormy Daniels di essere sculacciato lui appare come un avanzato esempio di pari opportunità a letto. Chiara Appendino sarebbe da «svegliare» tramite sveltina, il sesso come strumento formativo di queste femmine irrimediabilmente condannate all'arretratezza. Nel caso di Giulia Bongiorno, arriviamo all'esplicito intento punitivo, il sesso per «disinnescarla», metterla in condizione di non nuocere, ripristinare la corretta gerarchia tra uomo e donna. In tutti i casi, una mortificazione violenta del corpo femminile, ridotto a oggetto di sfogo per le voglie di maschi bavosi, usando i loro canoni. Ma i loro canoni, si sa, non vengono mai applicati davanti allo specchio. Ci aveva già avvisato Orwell: tutti i maiali sono uguali, ma alcuni maiali sono più uguali degli altri. di Giovanni Sallusti

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