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Gigi Buffon, il passato da ultrà: "Ho fatto cazz*** e preso manganellate. E sulla droga..."

Gino Coala
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Nel passato di Gigi Buffon c'è stato anche un momento in cui l'ex juventino allo stadio ci andava sì, ma da tifoso radicale. Il giovanissimo Buffon insomma era un ultras, come ha raccontato in un'intervista a Vanity Fair: "Ero ultrà del Commando ultrà indian tips, il nome del gruppo di tifosi che seguivano la Carrarese, ancora ce l'ho stampato sui miei guanti. Incontravo gente di cui si parla tanto senza saperne nulla. Ragazzi normali, sognatori, idealisti. Alcune persone interessanti e qualche deficiente... Da ragazzo - ricorda Buffon - covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo. Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent'anni. Ho fatto le mie caz***, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una". Leggi anche: Buffon: "Quando ho sfidato il figlio di Chiesa ho pensato di smettere" L'ultrà Buffon ha anche passato qualche piccolo guaio, le avventure al seguito della squadra non sono mancate, a cominciare dalla famosa manganellata ricevuta dalla polizia: "Vent'anni fa diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c'era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io". Su una cosa però Buffon è sempre stato categorico, cioè il suo rifiuto netto alle droghe: "Ho accuratamente evitato di drogarmi e doparmi, al massimo una canna. Semmai ricordo la nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se lo vedessi ora".

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