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Confsal-Unsa, sciopero venerdì 4 dicembre risposta a insulto 5 euro

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Roma, 2 dic. (Labitalia) - "Venerdì 4 dicembre i lavoratori dei ministeri chiuderanno tribunali, carceri, prefetture, musei, ambasciate, motorizzazioni, ragionerie, direzioni territoriali del lavoro, provveditorati e tanti altri servizi che le amministrazioni pubbliche offrono alla collettività ogni giorno". Lo annuncia Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa. "I lavoratori -dice- che vivono nel paese reale, dove si deve sopravvivere con stipendi da 1.300 a 1.500 euro, e non in quello delle favole raccontate dal premier, risponderanno con lo sciopero all'insulto dei 5 euro di aumento previsti dalla Legge di stabilità per il contratto del pubblico impiego, atteso da 6 anni". "Renzi non deve pensare -sostiene- che con questo stanziamento sia possibile comprare i favori, i gradimenti o la propensione al voto dei dipendenti pubblici, che sono stanchi di una classe politica che li usa sempre come capro espiatorio". "A chi dipinge il lavoro pubblico -continua Battaglia- come il grande male di questo paese, noi rispondiamo che al contrario c'è bisogno di più lavoro pubblico, con più efficienza e maggiore efficacia; questa è la vera sfida che il governo dovrebbe affrontare ma ne sembra incapace ed attua solo politiche di negazione dei diritti". Battaglia prosegue "Renzi e Madia dovrebbero anche, democraticamente, accettare e rispettare la sentenza della corte costituzionale e dare il giusto valore alle retribuzioni dei lavoratori. I 5 euro stanziati in legge di stabilità rappresentano invece l'emblema di una totale assenza di considerazione per il lavoro pubblico". "Sia chiaro, pertanto -sottolinea- lo sciopero del 4 dicembre proclamato dalla Confsal-Unsa non è solo per la busta paga, ma anche per dimostrare al governo che i lavoratori pubblici sono stanchi di subire insulti e reclamano prima di tutto rispetto e valorizzazione della professionalità".

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