Anno nero per le rinnovabili, le installazioni crollano e il futuro resta incerto
Roma, 4 dic. - (AdnKronos) - Un anno nero per le rinnovabili. Nel 2014 il settore, nonostante abbia garantito quasi il 40% dei consumi elettrici, ha subìto un crollo delle installazioni pari al 92%. I dati sono di Legambiente e il futuro non è certo più rassicurante: "nel settore non ci sono sviluppi e neanche prospettive interessanti". A confermare le difficoltà all'Adnkronos è Agostino Re Rebaudengo, presidente di Assorinnovabili. Il settore, purtroppo, spiega Re Rebaudengo, "è in forte contrazione. C'è una situazione complessa e di forte criticità per chi è stato colpito dallo Spalma Incentivi", una delle misure più criticate del pacchetto normativo per ridurre le bollette energetiche approvato con il dl Competitività nell'agosto del 2014. In particolare il provvedimento prevede l'introduzione di tagli retroattivi agli incentivi per l'energia fotovoltaica e dal primo gennaio 2015 i proprietari degli impianti saranno obbligati a scegliere tra tre opzioni di rimodulazione degli incentivi. Ma a mettere in difficoltà il settore anche la mancata "norma di una garanzia da parte del tesoro prevista dalla legge" e dal green act che "ormai aspettiamo da 9 mesi". Il settore così "si trova in una situazione di fortissima mancanza di obiettivi e regole". I settori più penalizzati? Fotovoltaico ed eolico. Il solare, spiega Re Rebaudengo, "ha registrato un forte rallentamento perché si trova da due anni senza nessuna forma di incentivo e in una situazione di grande complessità burocratica per poter realizzare gli impianti in cosiddetta grid parity ossia produrre energia senza nessuna forma di sostegno". Anche l'eolico è in difficoltà: "i contingenti sono molto diminuiti e sono completamente saturati". Inoltre, "in questi due settori non ci sono sviluppi e neanche prospettive interessanti per i rifacimenti ossia per gli impianti che arrivano ad una obsolescenza tecnica e che quindi devono essere rifatti". Ma cosa serve per rilanciare il settore? Prima di tutto "sarebbe importante che il governo ci credesse davvero e che quindi fosse disponibile a sedersi ad un tavolo con gli imprenditori per ragionare sulla situazione. Il secondo aspetto è ridurre la burocrazia inutile e, infine, definire alcune misure che consentano di riprendere la crescita e di sviluppare una filiera industriale". In questo contesto non manca, ovviamente, il capitolo incentivi che per alcune tecnologie, secondo il presidente di Assorinnovabili, "sono ancora necessari". Secondo Assorinnovabili, nel 2013 le fonti fossili sono state destinatarie di oltre 12 miliardi di euro, mentre per l'incentivazione a tutte le fonti rinnovabili sono stati spesi circa 11 miliardi di euro. A questo punto, sottolinea Re Rebaudengo, "non capisco perché non mantenere alcuni incentivi alle fonti rinnovabiliche sono importanti per la salute e l'ambiente ma anche per l'indipendenza rispetto ai paesi produttori di idrocarburi come Russia, Africa e Medio Oriente".