Istrici, volpi, fenicotteri: dal Wwf la mappa delle specie 'urbane'
Roma, 4 ott. (AdnKronos) - Volpi e gabbiani; e poi scoiattoli, rondoni, pipistrelli, ricci e tanti altri. Centinaia di animali, anche i più selvatici come istrici, gufi, faine, si sono adattati all'ambiente cittadino e vi hanno preso 'residenza'. Nel giorno della festa di San Francesco, patrono d'Italia e dei cultori dell'ecologia e quindi di tutte le creature viventi, il Wwf presenta la Mappa dei Big 5 della fauna italiana che popolano 10 città italiane, da Nord a Sud, tessere del ricchissimo mosaico della biodiversità del nostro Paese. C'è il granchio di acqua dolce che si nasconde nei canali sotterranei dei Mercati di Traiano a Roma mentre tra i rami di olmi e magnolie fanno il ‘pieno' di bacche e semi centinaia di pappagalli di due specie ormai ambientate nella capitale, il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco - ricostruisce il Wwf - Il falco pellegrino nidifica tra grattacieli e campanili di città storiche come Roma e Bologna mentre a Milano una decina di coppie di un altro piccolo falco, il gheppio, abitano tra la Stazione Centrale e la torre di San Siro o sui tetti dell'Ospedale di San Paolo. La biodiversità nostrana rappresenta uno dei temi che saranno al centro del prossimo evento nazionale Urban Nature di domenica 15 ottobre dedicato alla natura urbana: organizzato dal Wwf in collaborazione con l'Associazione Nazionale Musei Scientifici (Anms) e con il progetto Csmon-Life, l'evento coinvolgerà i cittadini nell'esplorare, conoscere e ‘ri-costruire', laddove sia assente o poco curata, la biodiversità delle metropoli. Nei Big 5 di ciascuna città sono elencate specie ormai tipiche degli ambienti urbani e limitrofi, ma anche animali ‘selvaggi' che si possono avvistare a breve distanza dalle città, insieme ad alcune arrivate da ambienti lontani (specie aliene), ormai adattate alle nostre metropoli. Tra le più frequenti ci sono le volpi, facilmente osservabili all'alba o al crepuscolo alla ricerca di cibo, o i gabbiani abituati a vivere sui tetti dei nostri palazzi, e poi scoiattoli, rondoni, pipistrelli, ricci e tanti altri. Se in natura tra le rocce assolate è normale osservare il passero solitario, questo bellissimo uccello blu scuro ha scelto molte città come ambiente alternativo per vivere tranquillamente tra rovine e ruderi. Sono, infatti, molti gli animali di ambienti selvaggi ad aver preso la ‘residenza' cittadina: istrici, gufi comuni e gufi reali, aironi cenerini, testuggini palustri, upupe, rondini montane, gruccioni, rospi smeraldini, tassi, faine e nibbi reali. L'elenco della ‘giungla cittadina' riserva anche molte sorprese: è il caso di città costiere come Palermo, dove al largo dell'area portuale si può avvistare il tursiope (la specie di delfino più costiera), avvistato anche lungo il fiume Arno a Pisa dopo aver risalito il corso d'acqua. Il simbolo delle lagune naturali, il fenicottero, ormai vive e si riproduce negli stagni di Cagliari dove è presente un'altra specie estremamente rara, il coloratissimo e cangiante pollo sultano. Ci sono poi specie della fauna selvatica che vivono nei territori limitrofi alle grandi città e che possiamo considerare in qualche modo legati alla cintura periurbana. Come l'aquila reale, diffusa su Alpi e Appennini, che è possibile avvistare nei cieli delle aree vicino Trento. Anche l'orso bruno è tornato ad abitare il Trentino dopo un progetto di ripopolamento e si può avvistare a pochi chilometri dalla città. Lo stesso accade per il lupo che frequenta ormai zone periurbane seguendo le sue prede naturali, come il cinghiale e il capriolo: è stato visto nelle colline a ridosso di Bologna, ma anche non lontano da Torino, Parma, Forlì, Lucca, Roma, Ascoli e Matera. E proprio Matera ospita una delle colonie più importanti di un falco molto raro e scomparso altrove, il grillaio, il più piccolo rapace d'Europa che si nutre di cavallette, coleotteri e insetti vari. La popolazione materana rappresenta un caso singolare della fauna urbana, dove nidificano almeno 600 coppie. Sempre a Matera il capovaccaio, una specie di avvoltoio venerata dagli Egizi per il suo compito di ‘spazzino naturale', nidifica non lontano dalla città ed è facile osservarlo nei cieli delle aree limitrofe alla città insieme ad un'altra specie rara, la cicogna nera. "Le città sono un grande organismo vivente, seppure artificiale, la cui vita è analoga a quella di un ecosistema all'interno del quale noi cittadini condividiamo spazi urbani con molte specie che cercano cibo, luoghi più caldi durante l'inverno o semplicemente rifugio, lontani dai predatori. I nostri palazzi o monumenti sono dei piccoli habitat così come le sponde dei fiumi, i laghetti, gli orti e perfino gli aeroporti. Il fatto che la natura selvatica viva accanto a noi va considerato una fortuna perché questa è alla base della nostra sopravvivenza. Gli animali con cui condividiamo gli spazi urbani sono un segnale del benessere delle città e di noi tutti", sottolinea Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia .