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Legittimo impedimento: ovvero come dare la spallata al Cav

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E' il quesito più politico. La norma è già passata al vaglio della Corte, che non l'ha bocciata. Ma la sinistra usa la consultazione per far fuori Berlusconi

Giulio Bucchi
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Il referendum del 12 e 13 giugno è abrogativo. Si vota SI' per abrogare (annullare) la legge già in vigore. Votando NO, ci si dichiara d'accordo con la normativa già approvata dal Parlamento. Per essere valido, il Referendum deve superare il quorum del 50% più uno dei votanti. LEGITTIMO IMPEDIMENTO Il quesito (SCHEDA VERDE) "Norme sul legittimo impedimento. Abrogazione"."Volete voi che siano abrogati l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l'articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?". Votando SI' si dice No alla Legge sul legittimo impedimento che ha inteso tutelare l'azione di governo di premier e ministri congelando gli eventuali processi a loro carico fino a fine mandato. LA POSIZIONE DI LIBEROE' il quesito più "politico" del referendum. I sostenitori del sì sperano in una vittoria per 'picconare' una legge definita ad personam e cucita su misura per Berlusconi, dando così al premier una spallata decisiva. La legge approvata in Parlamento tra febbraio e aprile 2010 (modulata su una proposta dell'Udc) è stata corretta parzialmente dalla Corte costituzionale a gennaio 2011. Per questo il quesito referendario, proposto da Italia dei Valori con la raccolta di 500mila firme, è stato in bilico. Anche in questo caso, come per il nucleare, è intervenuta la Consulta dando il via libera. La legge prevede il rinvio delle udienze dei processi per il presidente del Consiglio e i ministri ogni volta lo richiedano. La richiesta deve essere motivata dal concomitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività coessenziale alle funzioni di governo. Il rinvio può essere continuativo ma per non più di 6 mesi. Nel periodo di congelamento, dei processi penali in corso in ogni fase, stato o grado, il corso della prescrizione rimane sospeso. Questo "scudo" è stato pensato per garantire all'esecutivo un sereno svolgimento delle funzioni, attribuite dalla costituzione e dalla legge. Niente salvacondotto, dunque (come detto la prescrizione rimane sospesa), come afferma l'opposizione, ma semplice garanzia per le massime cariche e per lo Stato. La prova della bontà dei presupposti di legge è la sentenza della Corte costituzionale arrivata lo scorso 13 gennaio, che non ha bocciato il provvedimento come chiesto da Italia dei Valori e sinistra. La Consulta ha soltanto respinto il rinvio continuativo, affidando poi il giudizio sulla richiesta di legittimo impedimento al giudice. L'autorità giudiziaria ha dunque sempre la facoltà di opporsi alla volontà dell'imputato, e imporre la prosecuzione del dibattimento. Prova ne è il proseguimento delle udienze dei processi che vedono coinvolto il premier, da quello sui diritti televisivi a quello Mediaset, fino al Rubygate. La legge vigente, dunque, non pone freni significativi al diritto della magistratura di indagare ma cerca di tutelare l'azione di governo.

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