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Claudia Gerini con Catherine Deneuve: "Se gli uomini non ci provassero, per il mondo sarebbe la fine"

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Matteo Legnani
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Claudia Gerini esce dal coro di quante, nelle scorse ore, hanno stigmatizzato le frasi dell'icona del cinema francese Catherine Deneuve, che aveva bollato come "caccia alle streghe" il clima di isteria seguito al caso Weinstein. L'attrice italiana, sul Messaggero, racconta un aneddoto: "Giorni fa, un amico, prima di abbracciarmi, mi ha chiesto una liberatoria". Uno scherzo, ovviamente, ma che descrive il clima di diffidenza che ormai si vive sopratutto nell'ambiente dello spettacolo. Leggi anche: Catherine Deneuve: "Lasciamo gli uomini libero di importunarci" "Lo scandalo Weinstein ha avuto il merito di far scoppiare il bubbone delle molestie e dei ricatti sessuali, ma le proteste rischiano di trasformarsi in qualcosa che alla fine indebolisce proprio noi donne". Spiega l'attrice che "proclamare la guerra al maschio significa dichiararci incapaci di respingere un'avance sgradita. Invece, noi donne abbiamo la forza di dire di no. Io, come tutte, ho subito delle molestie, ma ho sempre reagito". E aggiunge di non volere "un mondo sessuofobo o pseudo-moralista che escluda il corteggiamento. Noi donne siamo lusingate dalle attenzioni maschili, se non ci fossero finirebbe il mondo".

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