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Pino Scotto: "Il leader più rock? Io scelgo Vladimir Putin"

Andrea Tempestini
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«Il rock non è solo musica, ma anche una terapia e un antidoto al rimbecillimento globale di questi tempi dominati da opportunisti, corrotti, mignotte e trafficoni, dove le giovani generazioni hanno poche speranze e si rinchiudono nella realtà virtuale su internet oppure seguono programmazioni demenziali in tv. La musica è lo specchio della società e infatti oggi la grande musica non esiste. Ma io non mollo, continuo a fare rock. Il mio sogno? Poter suonare con la mia band in Russia, davanti a Vladimir Putin, uno dei pochi veri statisti rimasti». Parole e musica (é il caso di dirlo) di Pino Scotto, 68 anni portati alla grande, storico e notissimo (anche per le sue polemiche contro il cosiddetto “star-system” italico) rocker italiano, da quasi 50 anni sui palchi dal vivo in tutta Italia e all'estero. Scotto conduce da anni due seguitissimi programmi settimanali online: il primo su "RockTv Italy" (su Facebook e Youtube il martedì pomeriggio dalle ore 14); il secondo radiofonico il lunedi sera dalle 20.30 sul portale di “Rocknrollradio.it”. Lo incontriamo durante la pausa di registrazione del suo prossimo album, che uscirà in marzo e si intitolerà “Eye 4 eye”, Occhio per occhio. Come al solito, un titolo non in linea con la mentalità degli artisti di oggi, quello del tuo nuovo album. Immagino che non parlerà di amore... «Ma finiamola con queste lagne ipocrite sull'amore! Il sistema di potere ci sta rubando la vita e i cosiddetti artisti se ne fregano, non dicono nulla, sanno zitti e buoni, da buoni e strapagati giullari di corte. Io ho sempre trattato nei miei dischi di problemi sociali, della mancanza di lavoro, dello sfuttamento, della povertà sempre più diffusa, della tirannia del denaro». Argomenti una volta appannaggio della sinistra. Oggi invece? «Oggi la sinistra non esiste più. Da giovane ero comunista, ma per me il comunismo in Italia è finito con la morte di Berlinguer. Dopo, soltanto buffoni e ladri». Nelle tue trasmissioni parli di musica, ma ti arrivano messaggi di gente disgustata dalla società attuale che ti chiedono un parere e consigli sul da farsi. Ti stai trasformando per caso in un guru? (Ride) «Ma quale guru! Dico quel che penso e che molti pensano dentro di sé, senza però esporsi perché hanno paura, visto il buonismo, il conformismo schifoso e il politicamente corretto vigenti in Italia. Guardate quanti musicisti per anni definivano spazzatura certe trasmissioni molto famose e poi, per 30 denari, si sono svenduti e vi partecipano. Patetici». Se il panorama musicale italiano è così scarso come sostieni, come mai per certi artisti gli stadi e i palazzetti si riempiono regolarmente? «Perché l'offerta musicale è esclusivamente questa, non ci sono possibilità per le giovani band di emergere, certe trasmissioni tv dovrebbero essere chiuse per “spaccio di demenza”. Purtroppo tanta gente guarda questi programmi e tanti ragazzini vi partecipano. Dopo però vengono scaricati e finiscono in analisi dallo psichiatra». Per queste tue critiche ti hanno cancellato il programma su Sky, “Database”, due anni fa? «Non lo so e non me ne importa un c... Io non vivevo grazie a quella trasmissione, la facevo gratis. Insieme al mio amico Jack (nomenome d'arte, ndr) sono 18 anni che facciamo RockTv senza prendere un euro, ma soltanto perchè ci crediamo e ci divertiamo. E poi io devo tutto alla musica: senza il rock, probabilmente sarei diventato o un ladro o uno spacciatore». Invece per tanti anni tu uscivi dopo una giornata in fabbrica e andavi a suonare nei locali o in sala prove con la tua band. Hai anche suonato con grandi gruppi internazionali? «Sì, sono salito sul palco insieme a Deep Purple, Ac Dc, ZZ Top, Black Sabbath, Iron Maiden, Motorhead, Pantera... Emozioni indescrivibili». La tua ammirazione verso Vladimir Putin a cosa è dovuta? «Putin è uno statista vero, ha fatto rinascere il suo Paese. In Italia avremmo bisogno di uno come lui». Hai detto che ti piacerebbe suonare a Mosca in suo onore? «Ci proveremo. Non sono mai stato in Russia e sarebbe una grande occasione per andarci. Peraltro è pieno di belle donne...». di Gianluca Savoini

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