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Jacqueline Bisset a Libero: "Mi piace ancora rischiare col cinema"

Cristina Agostini
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Jacqueline Bisset è una leggenda, ha lavorato con registi del calibro di John Huston, François Truffaut e Sidney Lumet. Il suo ultimo film, da domani al cinema, Giochi di Potere, ispirato all' autobiografia di Michael Soussan, Backstabbing for Beginners: My Crash Course in International Diplomacy e diretto da Per Fly, è un thriller politico dove si racconta lo scandalo Oil for Food («Petrolio in cambio di cibo»), noto come il più clamoroso scandalo finanziario nella storia delle Nazioni Unite. L' attrice inglese nel film è a capo della sede delle Nazioni Unite di Baghdad. Il suo personaggio è di poche parole, ma molto affascinante. «Ho pensato subito che fosse un ruolo molto interessante. Sono molto affascinata dal Medio Oriente. Solo il fatto di ritrovarmi nell' ambiente in cui Saddam Hussein era vissuto con tutto quel concatenarsi di eventi a lui legati, e poi stare alle Nazioni Unite, era semplicemente fantastico». Una volta ha detto che quando legge una sceneggiatura deve esserci qualcosa che la colpisce a livello personale, cosa è stato in questo copione? «Più che altro volevo mettermi alla prova con qualcosa di più specifico e serio. Mi piaceva l' idea di interpretare qualcuno che ricoprisse un ruolo così importante e delicato». Che tipo di donna è? «Lavora per le Nazioni Unite. È una donna ragionevolmente controllata. Deve fare i conti con il suo capo, che è interpretato da Ben Kingsley. Lei è a capo dell' ufficio di Baghdad e lui è a capo dell' ufficio di New York. Dovrà scontrarsi con il fatto di essere una donna in un mondo maschilista. È una donna molto istruita e nella sua mente sa ben distinguere il bene dal male». Come è lavorare con un attore come Ben Kingsley? «Lui è molto tosto in questo ruolo. C' è una scena in cui lui urla e noi dobbiamo litigare e siamo finiti a litigare per davvero. Era una furia, come un' aquila che sbatte le ali. È fantastico lavorare con lui, davvero». Come trova le parti che vuole interpretare? «Ho fatto molte parti diverse. Dico spesso di no quando sento di aver già fatto prima quella cosa o di averla già vista. Cerco di trovare cose succose e che abbiano una profondità. Faccio quello che mi interessa. Non sono molto attratta dai grandi film. Non dico che non sarebbe bello farne uno se fosse una bella parte, ma cerco di vivere la realtà, con gli occhi di chi è in questo mondo da tanti anni». La televisione "ucciderà" il cinema? «La gente è molto attratta da certe serie televisive che sono create benissimo. Anche a me capita. Alcune sono davvero grandiose. Ho da poco scoperto Netflix. Magari avessi il tempo di vedere tutte le cose che vorrei...» Quale serie le piacciono? «Adoro Mad Men e vederlo in questo periodo, dopo #MeToo, è assolutamente affascinante. Guardi gli anni '50, l' atteggiamento delle donne, tutti i loro problemi. È così commovente. Mi hanno impressionato anche Breaking Bad e Fauda». Come vive il suo rapporto con la privacy, nell' era dei social media? «Mi piace la mia libertà. Ci sono stati dei momenti in cui non riuscivo ad andare in giro tanto facilmente, ma al momento sono in grado di avere una vita privata. Non chiamo certo le persone in anticipo per fargli sapere che sto arrivando e fare finta di essere sorpresa quando il fotografo si presenterà. Sono in grado di avere una vita abbastanza tranquilla». di Chiara Giampaoli

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