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Rocco Siffredi privatissimo, i drammi segreti e il "prezzo da pagare": il lato oscuro di un divo proibito

Giulio Bucchi
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Il Rocco Siffredi privato, con drammi e dolori che nessuno conosceva. Il 54 attore a luci rosse più famoso del mondo si mette a nudo stavolta metaforicamente a teatro con lo spettacolo L'ultimo samurai e intervistato dal Messaggero riflette: "Anche se ho fatto ses*** con circa seimila donne una vita come la mia non è stata solo divertente". Si considera l'ultimo di un mondo sparito, quello del cinema per adulti, che oggi è cambiato: "Io mi sento un pesce fuor d'acqua. E non per l'età. È un business senza più gioia, è diventato solo un fatto meccanico". Si parte dalla famiglia, quella di ieri ("I miei genitori l'hanno presa male, poi hanno capito e mi hanno sempre sostenuto") e quella di oggi: "Anche se i miei figli sono cresciuti in Ungheria, e non in Italia, dove sarebbe stato peggio, per loro non è stato facile, anche se non me l'hanno mai fatto pesare. Personalmente avrei dovuto sentirmi meno in colpa, fregarmene del giudizio degli altri, e fare il genitore con più sicurezza. L'ho capito solo con il tempo". C'è però un prezzo da pagare a livello personale in cambio della fama: "La solitudine. Quelli come me sono ghettizzati. Ovunque la società, in Ungheria come in Scandinavia o in Italia, ti considera sempre e comunque male". Le prevendite a teatro, però, stanno andando male: "Sono uno da vedere a casa. Gli italiani non ci mettono la faccia. E poi alcuni gestori dei teatri hanno paura: ma Rocco che fa? Non è che se lo tira fuori?". Risposta secca: "No, sarò in smoking".

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