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Adrian, Celentano e il virus: "Sto male, stop allo show". Cosa non torna: le "due settimane"

Davide Locano
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«Non gioco più, me ne vado». Ah no, scusate, quella era Mina, la tigre di Cremona, che non si fa vedere in televisione ma canta ancora e non sbaglia un colpo. Non come Celentano, che malconcio, ha detto stop. Adrian si ferma almeno per due settimane causa malanno di stagione del protagonista, fa sapere uno scarno comunicato di Mediaset e, d' accordo, ci sarà pure il picco influenzale, il Molleggiato magari non si sarà sottoposto al vaccino prescritto dai medici, l' età del resto non è più quella del ragazzo della via Gluck, ma a noi questa suona tanto come un' influenza diplomatica. Un virus difficile da debellare con qualunque antibiotico e se poi ci vogliono addirittura due settimane, allora la faccenda è seria, altro che febbricciattola, qui c' è aria di ko. Per Celentano ci vorrebbe un pillolone salvifico, uno di quelli che tirano su, in modo deciso, gli ascolti perché Adrian è stato un flop, è andato sempre peggio una puntata dopo l' altra: grosso guaio per Canale 5. Leggi anche: Celentano, chi smaschera la sua ossessione per il denaro STRONCATO SUI SOCIAL Adrian è il cartone animato prodotto da Claudia Mori per Clan Celentano, una serie tv che ha avuto una gestazione lunga 10 anni, ma che non ha convinto fin dal primo minuto di messa in onda, nonostante il bombardamento mediatico degli spot che annunciavano un evento pazzesco. La storia è ambientata nella Milano del 2068, il protagonista è un orologiaio (Adrian) che ama Gilda e lotta per la libertà, sullo sfondo vicende che vanno dalla violenza contro le donne, all' immigrazione, alla lotta alle disuguglianze sociali, all' inquinamento. Un fritto misto indigeribile perfino per i fan più accaniti del cantante che non hanno risparmiato critiche e attacchi sui social. Ogni puntata del cartoon, poi, è preceduta da Aspettando Adrian, un preludio con il vero Celentano, e le sue proverbiali pause, che avrebbe dovuto fare uno show in diretta dal Teatro Camploy di Verona, circondato da vari comici e personaggi dello spettacolo, ma si vede che non era molto in vena. Non c'era niente da ridere, casomai da sbadigliare. Così, dai circa 6 milioni di spettatori (21,9% di share per "Aspettando" e 19 per il cartone) dell' esordio del 21 gennaio, è stato un calando, soprattutto per la parte animata. Il 22 gennaio gli ascolti sono scesi al 13,26%, il 28 al 10,55 e lunedì 4 febbraio c' è stato il tonfo: 7,66%. E il festival di Sanremo non era neanche iniziato, se no sai che botta. DON BACKY FEROCE Per evitare di essere massacrato dal commissario Montalbano, che riprende lunedì 11 su Raiuno, Mediaset aveva deciso di correre ai ripari e spostare Adrian al martedì sera. Ma adesso è arrivata questa «indisposizione» per cui si cambia programmazione e chissà quando riprende. Su Celentano e il suo ultimo lavoro (che Mediaset ha strappato a Sky) le polemiche sono arrivate feroci anche da chi una volta era molto vicino al Molleggiato. Milo Manara su Facebook ha preso le distanze da Adrian specificando che «purtroppo la decisione di utilizzare i miei disegni non è stata mia e a suo tempo non ho potuto che far presente la mia forte perplessità in merito». E Don Backy, ex membro del clan, ha gioito del flop: «È da 50 anni che aspetto questo momento. Ero sicuro che Adrian non trovasse spazio tra il pubblico. Ricalca alla perfezione il film Joan Lui, degli anni '80. Anche quello fu un insuccesso». di Brunella Bolloli

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