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Vieni da Me, l'elogio di Caterina Balivo: meglio di un digestivo, a cosa serve il suo programma

Davide Locano
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Se chiedeste alla tv di cosa ha bisogno per redimere se stessa, affermerebbe: «di Caterina Balivo». La risposta di milioni di italiani non sarebbe poi così diversa, ed essi lo confermano premiando la loro beniamina con ascolti record. Vieni da Me (Rai Uno), grida ogni giorno la conduttrice partenopea, e non sono pochi coloro che cedono al richiamo. La sua trasmissione arriva dopo pranzo come un digestivo, ma non aiuta a metabolizzare il solo cibo, bensì il malumore, il tedio e la nostalgia di un garbo che sembra tramontato, ed al quale è una delle poche a dare ancora continuità. È una donna d' altri tempi, ma vai a capire di quali: un giorno le maniche a sbuffo anni '80, il successivo il tubino anni '60. Che dire poi degli accessori rinascimentali, per non chiamarli antidiluviani! È un' infedele dello stile, la Balivo, e ad ogni apparizione trasgredisce le aspettative di chi la vorrebbe coerente con la foggia del giorno prima, ma nonostante le sue mise cambino a ritmo frenetico, i dignitosi contenuti delle trasmissioni che conduce hanno un respiro antico che rimane immutato, sfidando le tendenze della tv moderna. Leggi anche: Vieni da Me, una rovinosa caduta in studio PRESENZA FISSA SUI SOCIAL Potremmo definirla "ragazza della porta accanto", ma questa dizione non la rappresenterebbe al meglio: le vicine di pianerottolo neanche ti salutano, lei lo fa eccome! Ultrapresenzialista sui social, risponde ai commenti di una buona percentuale di seguaci. A Rosaria che le domanda: «Hai una camera intera per abiti e scarpe?», obietta: «Se, magari! No no, tutto ammassato». Ad Anna che lamenta una brutta allergia, risponde invece da mamma: «Mmh, antistaminico subito». Poi c' è Titti, che la difende dagli attacchi degli haters: «Finitela! I vostri commenti nemmeno li legge!», ma ecco che Caterina la smentisce: «Eh no, Titti. Invece li leggo». Proprio così: prende visione di tutto, ma non si lascia scalfire da niente, e quando Melania la provoca con un irriverente: «Sei alquanto insopportabile», lei ribatte: «Melania, grazie di aver perso del tempo prezioso a commentare una persona che non ti piace». Ed oltre alle sagaci risposte, si fanno notare anche le didascalie degli scatti condivisi; una di esse recita: «Mi metto in posa e provo a fare la maliarda, ma poi mi viene sempre da ridere». Di fatti sono due le cose che nessuno riuscirebbe mai a levarle di dosso: il sorriso ed il cerchietto. Quest' ultimo le vale le frequenti bacchettate di chi le rimprovera un look kitsch, ma del resto, come lei medesima è solita ribadire: «Più che piacere, l' importante è piacersi». Evocativa è anche la frase correlata ad una foto in dondola: «La vita è un' altalena. Basta divertirsi quando si va su e non mollare quando si torna giù». Non è certo un mistero che alla Balivo, queste vertiginose oscillazioni, siano molto familiari: nel 2010, da conduttrice di punta della Rai, viene sprofondata nell'oblio dall' allora direttore Mauro Mazza, il quale cancella la sua trasmissione Festa Italiana e la spodesta a sorpresa. Forse è in questa circostanza che Catarì impara ad aspettare che l' altalena torni su, ma intanto, con i piedi che toccano terra, riscopre il senso della concretezza: si rimette a studiare, tira su due figli e si dedica alla radio, senza esitare a cercare lo spunto per una sana risata anche in questi sviluppi di vita: «In radio, almeno, non mi devo sottoporre ad ore di restauro: mi siedo al microfono in ciabatte e nessuno lo sospetterebbe mai». LUNGO RITIRO Poi, la fortunatissima conduzione di Detto Fatto, alla quale seguirà quella dell' attuale Vieni da Me, record stagionale di ascolti. Sarà stato il lungo ritiro a maturare una Caterina che piace oggi più che mai: pubblica immagini struccata, esibisce con orgoglio qualche incipiente grinzetta e guarda al passato con un pizzico di sano biasimo alla fanciulla che è stata. In un' intervista al Messaggero rivela: «Agli inizi ero una jena e pensavo soltanto a me stessa, poi le batoste mi hanno fatto crescere e migliorare». Ma alcuni strascichi dell' adolescenza continuano a distinguerla come donna: la determinazione. Al Corriere racconta: «Mi sono sempre sudata ogni cosa, ho faticato, ho sgomitato e mi sono imposta». E non sono pochi i traguardi che, a cavallo della sua indefessa tenacia, è riuscita a raggiungere: carriera, amore, figli, armonia familiare. Però, ad un desiderio, non potrà mai dare riscontro: avrebbe voluto nascere bionda. Ma agli italiani non interessa che sia la chioma di Catarì ad effondere i più splendenti bagliori, purché lei continui a delegare il compito al suo biondissimo cuore. di Fabrizio Barbuto

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