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Eliana Michelazzo e Pamela Prati, hanno scoperto una cosa: "Dieci anni fa...", un altro terremoto

Maria Pezzi
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Il matrimonio “pacco” di Pamele Prati lo aveva già portato in scena la sua manager Eliana Michelazzo ben 10 anni fa. A dimostrarlo è il giornalista Carlo Mondonico, conduttore di Spoiler su Radio Lattemiele, che - come si legge su Dagospia - ha scovato alcune interviste e un video. Il fattaccio era avvenuto nel 2009, esattamente dieci anni orsono. Eliana aveva annunciato di aver sposato l'inesistente fidanzato Simone Coppi. A provarlo alcune interviste scovate dal giornalista Carlo Mondonico, nelle quali la Michelazzo affermava: "Simone fa un lavoro di responsabilità a causa del quale preferisce non apparire sui giornali. Da settimane sono letteralmente presa di mira dai maligni per questa storia… Però se può zittire la gente, mi sono tatuata il suo nome sul braccio" (fonte Visto). Per approfondire leggi anche: Pier Silvio Berlusconi gela Eliana Michelazzo Il giornalista ha scovato in rete anche un video nel quale Eliana Michelazzo cerca di mettere a tacere le voci di tutti quelli che non credono all'esistenza del suo fidanzato Simone Coppi e a riprova mostra anche un tatuaggio col suo nome. "Ciao ragazzi, vi devo dare una notizia", si sente in un video su Youtube, "oggi ho deciso di chiudere il forum (...) Quindi, visto che mi sono sposata e mi voglio creare una famiglia, non mi interessano più tutte le altre cose, ma solo vivere la mia vita. Ho anche visto che qualcuno ha anche dubitato della mia storia, del mio matrimonio, di tutte le cose che ho fatto e che ho detto fino a oggi. Invece questo video è per dirvi che è tutto vero. Sono sempre io che mi collego, non ci sono altre persone. Nessuno mi ha detto niente e faccio di testa mia, proprio perché per ogni tipo di programma e di ogni situazione, la gente crea troppe chiacchiere".  Peccato che, pochi giorni fa, la donna abbia ammesso di essere stata "vittima" di un "fidanzato fantasma". Insomma, una storia che sembra non placarsi, più incredibile di ogni immaginazione più malata.

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