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Otto e Mezzo, Lilli Gruber e gli insulti sessisti contro Matteo Salvini: a parti invertite...

Davide Locano
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Il duello rusticano sta diventando un duello rustico, anzi proprio triviale. Si vede che Lilli Gruber non deve aver digerito la mancata consegna del mazzo di fiori più volte promessole da Salvini. E allora, come un' amante ferita che non ha avuto le rosse rosse, la rossa (di capelli e non solo) Gruber è diventata rossa di rabbia. Due giorni fa, durante la trasmissione Otto e mezzo su La7, la conduttrice ha rinfacciato all' ex ministro, ospite in studio, di andare in spiaggia in mutande e di essere un panzone. Doppio gancio sinistro al ventre e basso ventre. «È contento ora che è arrivato l' autunno che non deve più girare da ministro dell' Interno in mutande come ha fatto questa estate?», gli fa lei. E lui, sorpreso: «Perché in mutande? Ero in costume. Leggi anche: "Non mi sembra normale": Salvini affonda l'ultra-renziano Marattin Ma lei in spiaggia va con lo smoking o in costume?». Lei continua ad attaccarlo: «Un ministro dell' Interno in slip e calzoncini non l' avevo mai visto. La forma è sostanza. Io in spiaggia ci vado in costume ma da ministra non lo farei». Lui contrattacca: «Quando tornerò a fare il ministro dell' Interno, la deluderò. Tornerò in spiaggia in costume da bagno». A quel punto, il fendente di lei: «Magari senza la panza». E lui, pronto: «Omo de panza, omo de sostanza». È interessante capire, dalle parole della Gruber, quanto riescano a essere snob e distanti dalla realtà i radical-chic. Per loro un ministro non può andare in spiaggia. Per loro un ministro non può andare in spiaggia in costume. Per loro, spiaggia e mutande insieme sono il male assoluto. Uno può comprendere le discussioni sul fatto che un ministro possa o non possa bere pubblicamente un mojito, o debba o non debba assistere all' inno d' Italia ballato dalle cubiste. Ma sul fatto che un ministro vada a farsi un bagno, e ci vada in boxer da mare sotto la canicola, e non in giacca e cravatta come faceva Aldo Moro, cosa diavolo c' è da far polemica? Boh. Si vede che la Gruber e i suoi compagni sono abituati a frequentare lidi iper-protetti dove i bagnanti girano in abiti castigati e le donne non mostrano un cm di pelle, anzi vanno in burkini, per evitare la mercificazione del corpo femminile. Ma poi: ha senso tirare fuori questa storia risalente all' estate, ora che Salvini non è neppure più ministro? Boh. Dove però l' attacco di Lilli al Vagabondo Salvini (nel senso che gira da un comizio all' altro) risulta intollerabile è sulla questione della panza. Pensate solo un attimo se fosse avvenuto il contrario, cioè se il leader della Lega si fosse permesso di dare della cicciona o, perché no, della rifatta alla Gruber. Sarebbe venuto giù lo studio, i giornali per settimane avrebbero polemizzato sul sessismo di Salvini, la Boldrini avrebbe lanciato una campagna per la tutela della donna e il governo avrebbe fatto un decreto ad hoc per evitare offese in tv a qualunque esponente del gentil sesso. Noi siamo tra quelli che hanno preso le difese del ministro Bellanova nel momento in cui è stata ingiuriata per il suo aspetto fisico e i suoi vestiti. Per la stessa ragione non capiamo perché un politico maschio possa essere insultato senza problemi e nessuno si indigni. È la solita discriminazione al contrario? Dire a un uomo che è brutto, puzza o è un ciccione non ha lo stesso peso del dirlo a una donna? Ma forse la Gruber è solo invidiosa di Salvini e del suo stile di comunicazione. E ha capito che, per avere successo, deve parlare alla "pancia" degli italiani. di Gianluca Venziani

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