Quella "topa meravigliosa" di Sofia Loren non ha gradito il "complimento"di Paolo Ruffini durante la premiazione dei David di Donatello e così sul conduttore è scoppiata la polemica. La Loren ha risposto seccata di non capire il dialetto del conduttore di Colorado. "Se si è offesa, mi scuso", ha replicato Ruffini, "ma solo per un fatto di forma, non per la sostanza". Perché nonostante gli "appunti" di Bellocchio che sul palco gli ha fatto notare, scocciato, "di essere stato scoperto molto prima del recente omaggio al Moma di New York" e quelli di Virzì, che lo ha invitato ad usare toni più consoni a una cerimonia del genere, Ruffini è convinto di aver fatto un buon lavoro. E ha sorriso di fronte all'ironia di Valerio Mastrandrea che ha chiosato: "Ecco un altro che ci ha provato, ma non ce l'ha fatta. Vincere un David non ti cambia la vita, ma presentarlo può cambiarti la carriera". La difesa - "La verità è che il cinema italiano si prende troppo sul serio", ha confessato a Repubblica. "Agli Oscar la presentatrice porta la pizza in platea, qui domina l'aria trombona, si sentono "stocazzo". Sorrentino fa bene a sentirsi "stocazzo": io ho fatto un film pieno di rutti e peti, lui ha vinto l'Oscar". Ma poi incalza: "Marco Giusti e la Rai mi hanno voluto con un'indicazione: non essere noioso. L'anno scorso Lillo e Greg sono stati stroncati perché troppo seri. Benigni guardava sotto le gonne della Carrà. Io sono stato spontaneo. Mi spiace solo avere internet pieno d'insulti. Ma sono contento. E non mi importa una sega".