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Safiria Leccese sparita? "No, raddoppio. Mediaset è la mia casa ma sogno una tv per raccontare la Ricchezza del bene"

Claudio Brigliadori
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"No, non sono sparita". Safiria Leccese ride al telefono con Liberoquotidiano.it, un po' spiazzata. Nelle ultime 48 ore questo articolo sulla sua "nuova vita" ha totalizzato circa un milione di visualizzazioni, un'enormità. Poi un diluvio di altri articoli online su di lei, addirittura in inglese. Insomma: un caso. Anche perché lei, giornalista 49enne di Gaeta, continua a lavorare nei tg Mediaset, dov'è arrivata giovanissima nel 1997, e dov'è stata per molti anni mezzobusto e volto tra i più amati e popolari. Poi il "grande salto" in prima serata, alla guida del talk La strada dei miracoli su Rete4. Uno dei "fenomeni" delle stagioni televisive 2015 e 2016, in grado di battere il martedì sera corazzate come DiMartedì di Floris e il Ballarò di Giannini. Un esperimento singolare: parlare di mondo cristiano con un profilo laico, accostare temi pop e attualità. Critiche lusinghiere. Poi, a sorpresa, il programma è stato chiuso. 

 

 

 

Ecco forse perché, per il grande pubblico, lei è "sparita". 
"È stata una scelta editoriale di cui non conosco le ragioni. Ma la Strada del Miracoli ha rappresentato un'esperienza ricchissima sia per risultati professionali raggiunti che per quelli umani, di cui sono molto grata a Mediaset".
Di fatto, ha lanciato la sua carriera di scrittrice. 
"Esatto. Ho raccolto alcune storie di quel programma e altre, la maggior parte, tratte da mie esperienze personali in La Strada dei Miracoli. Sono ritornata al telegiornale da giornalista parlamentare, occupandomi di politica per i tre tg Mediaset: Studio Aperto, Tg4 e TGCom24. A questo ho aggiunto un tour che ha attraversato tutta l'Italia totalizzando oltre 50 presentazioni del mio primo libro, ricevendo vari premi (il Giovanni Paolo, Torre d'argento, Le buone notizie, Premio solidarietà, ndr) e conducendo molti altri eventi in contesti diversi. Ad esempio, l'evento della Ferrari nel nome di Sergio Marchionne per la raccolta fondi per una scuola ad Amatrice dopo il terremoto. Ciò mi ha permesso di approfondire una mia grande passione: incontrare le persone più diverse, raccogliere molte storie e confidenze, per capire i loro bisogni reali e, soprattutto, elaborarli".
È il filo rosso che unisce La strada dei miracoli al suo secondo libro, La ricchezza del bene (edizioni Terra Santa) uscito ad aprile 2020, che ha scalato la classifica su Amazon nella categoria saggistica, a librerie chiuse per il lockdown, e che ha ispirato quell'articolo da un milione di clic.  
"Innanzitutto, vi ringrazio perché quell'articolo ha gettato ulteriore luce su questo lavoro. Ho riscoperto ciò che avevo già toccato con mano con la trasmissione. L'animo umano, dell'imprenditore come del suo operaio, del giovane e dell'anziana signora, è accomunato da un desiderio generato da un medesimo bisogno: ritrovare motivi di speranza, una luce nuova per tornare a credere nella propria vita presente, per costruire un domani. E così, tra incontri, esperienze e riflessioni, è maturato La Ricchezza del Bene: storie iniziate da zero e arrivate a enormi successi, anche di profitti, ma tutte accomunate dalla volontà di fare del bene a chi lavora e all'intera collettività". 
In questo libro ci sono personaggi noti e meno noti: Ferrero e Branca, Ennio Doris di Mediolanum e Thun, Pedrollo e B Group, Stella Maris, La Mediterranea, Campagnolo. Per finire con un giovane ricco in cammino verso la santità, Carlo Acutis ormai ufficialmente Beato ad ottobre. Di fatto, si torna al talk e al primo libro: un vero miracolo italiano.  
"Non mi sono mai staccata dal racconto di quel lato luminoso della vita e tutto ciò mi ha permesso di elaborare l'immagine di una televisione nuova, che si evolve riuscendo a soddisfare questo abissale e crescente bisogno di Bene che sta attraversando il grande pubblico, e che oggi non è ancora coperto dalla tv generalista. Occorre saper cogliere e comunicare televisivamente il Bene che si nasconde nella politica, nell'economia come negli eventi della quotidianità. Esigenza che con la pandemia è diventata più forte".
Lei è una donna-azienda, il pubblico la identifica con Mediaset. Ma se non riuscirà a proporre questa nuova tv a Cologno Monzese, è pronta ad accettare offerte e nuove sfide in altre realtà?  
"Le sfide sono il sale di ogni professionista di esperienza. Di sicuro questo è il momento di raccogliere chi vuole stare su questa strada. Mediaset la considero la mia casa professionale, certamente il mio primo interlocutore. C'è tanto bisogno di alimentare una condivisione, sentirsi insieme. Serve una tv e una pubblicità che intercettino questo bisogno, una tv che possa sperimentare e spazi nuovi, finalizzati a infondere fiducia".

 

 

 

La ricchezza del Bene sembra cucito su misura per questo drammatico periodo. Solo una coincidenza che sia uscito due mesi fa, in piena emergenza coronavirus? 
"Può sembrare incredibile, ma è assolutamente un caso. Ho iniziato a lavorarci a dicembre 2019, incontrando imprenditori e dipendenti, e l'ho finito il 27 gennaio, quando appena arrivava l'eco di quanto stava accadendo in Cina". 
Da scrittrice, ha tastato il polso del Paese reale. Da cronista parlamentare, affronta ogni giorno il clima del Palazzo, della grande politica. Quanto sono lontani questi due mondi, oggi?  
"Ci vuole molto poco a capire che quando a settembre sarà archiviata la paura sanitaria, speriamo, affronteremo il baratro della situazione economica. Questa forbice tra Paese e politica rischia di allargarsi ulteriormente e creare una distanza grande. Non voglio dare giudizi sul presente perché è complicato e da giornalista parlamentare voglio tenermi equidistante, ma vedo un allarme rosso dopo l'estate. Adesso siamo ancora in fase di uscita, ma quando i licenziamenti verranno sbloccati avremo un punto interrogativo grande come una casa. C'è un bisogno diffuso di fiducia, di speranza concreta, di  modelli veri e positivi. Bisogna alimentare condivisione e bellezza. Per questo sarà necessaria una tv che intercetti questo bisogno sociale. Chi per primo lo farà rispondendo con un’offerta di spazi televisivi adeguati, certamente ne avrà grandi profitti. Credo che sia davvero arrivato il momento che anche le impresa tv, come i protagonisti del libro, sperimenti quanto vera e fruttuosa sia la ricchezza del bene".

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