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Fedez "pedinato e spiato". Qualcuno lo segue in auto, poi lo schiaffo: cosa non torna, il sospetto in Questura

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Pedinato e spiato. Fedez è al centro di un giallo milanese e internazionale. Il sospetto lo sgancia il Corriere della Sera, che ripercorre quanto accaduto giovedì 26 novembre nel lussuoso quartiere milanese di Citylife. Intorno alle 10 e mezza di sera il rapper, marito di Chiara Ferragni, chiama a casa e avverte: "C'è una macchina che mi sta seguendo". Un 39enne calabrese che si presenta come "addetto alla sicurezza" di Fedez a quel punto chiama il 112. 

Si muove una volante, che intercetta la Lamborghini da 200mila euro di Fedez e il Suv Bmw che, almeno a detta del cantante e imprenditore musicale, lo sta seguendo. Appena le auto si fermano, Fedez scende minaccioso e si avvicina al "pedinatore". "Chi sei?", e giù uno schiaffo in faccia a finestrino abbassato. Gli agenti riportano la calma: si tratta di un 19enne che si difende dicendo di stare semplicemente tornando a casa. Una volta identificato il giovane, Fedez avrebbe ricollegato tutto: il 19enne "è un investigatore privato - spiega il Corsera -, è armato (ha regolare licenza) e lavora per l'agenzia del padre, società nel centro di Milano. I due non si sono mai visti prima". Secondo quanto risulta nelle relazioni della Questura, però, il giovane avrebbe fornito due versioni discordanti: prima ha detto che stava cercando parcheggio, poi  - constatato che non abita in quella zona - il 19enne ha dichiarato che stava seguendo il cantante, ma solo perché lui stesso gli avrebbe fatto cenno di seguirlo. Versione subito smentita da Fedez, che anzi ha parlato non di un pedinamento ma di un inseguimento vero e proprio durato una ventina di minuti.

Inoltre un amico, tempo prima, aveva confidato a Fedez che proprio quell'agenzia "stava compiendo indagini sulle sue società all'estero". Qualcosa non torna però, perché non risultano società estere del rapper e già in passato, nella querelle con il Codacons, il cantante aveva smentito qualsiasi voce di aziende in altri Paesi o paradisi fiscali. Per ora nessuno dei due ha sporto querela ma "in Questura vogliono vederci chiaro e hanno avviato indagini sulle molte coincidenze di questa storia", conclude il Corriere.

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