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Paolo Kessisoglu, clamorosa rivelazione su Silvio Berlusconi: "Per cosa mi ha telefonato"

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Intervista a tutto campo per Paolo Kessisoglu, che si confida al Corriere della Sera, in una lungo colloquio in cui parla delle sue origini armene, "tradite" dal cognome, e della fuga di nonno, padre e papà a Genova al tempo del genocidio. Da giovane suonava la chitarra, "ero un talento, direi molto bravo", non si nasconde.

Quindi ripercorre la sua carriera, legata a doppio filo con Luca Bizzarri, con cui da decenni compone il duo Luca e Paolo. Quando gli chiedono dove lo ha conosciuto, ricorda: "Al provino per entrare allo Stabile di Genova. Da trecento si passava a una manciata di candidati, lui mi passò davanti e io gli dissi: Dai ci vediamo domani. Lui rispose: Io sì, tuo boh".

 

Poi le riflessioni sulle difficoltà nel far satira al tempo del politicamente corretto. "L'intelligenza è anche saper capire i tempi che viviamo. Questo è un periodo molto caldo per certe rivendicazioni e noi dobbiamo capirlo, senza forzare nulla. Certo, se davvero un giorno ci si troverà a non poter fare più battute su niente vedremo. Adesso bastoniamo i politici, specie a DiMartedì, nello spazio che ci ha dato Giovanni Floris", ricorda.

Quindi, chiedono se qualche politico ha mai alzato il telefono, per lamentarsi. E Kessisoglu risponde: "Renzi, ma per congratularsi. È intelligente e ci sa fare. Poi un giorno mentre scendevo dal treno mi sento dire alle spalle: Ahò, ma la smettete de' perculà tutti? Era Alessandro Di Battista". E Silvio Berlusconi, dopo che sulle reti Mediaset fecero ironia sul Grande Capo? "Sì, il giorno dopo squillò il telefono. Era lui. Si complimento e si scusò perché non riusciva a venire in trasmissione perché aveva da fare", conclude Kessisoglu. Insomma, un Berlusconi sorprendente.

 

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