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Rai, l'apoteosi del politicamente corretto: l'amore lesbo all'ora del tè con "Sei sorelle"

Gianluca Veneziani
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Il problema non è tanto ideologico, quanto cronologico. Come è possibile che nella cattolicissima Spagna di inizio Novecento le donne erano tanto libertine e addirittura si abbandonassero ad amori lesbo? Ok, parliamo di fiction, ma non sarebbe opportuna un po' più di congruenza storica? E poi: siamo davvero sicuri che oggi portare storie omosessuali in tv, prevedere citare Lgbt a sottrarsi dal tema e dalla trama, sia un'operazione necessaria per promuovere la solita questione dei diritti, dell'inclusione, del no alle discriminazioni? Non è piuttosto una trita, e ormai stucchevole, forma di conformismo alla necessità di promuovere i diritti della comunità gay che, vivaddio, ormai sono ampiamente acquisiti? Lecito porsi questi interrogativi guardando la fiction tv su RaiUno Sei sorelle, che racconta la storia appunto di sei sorelle, le Silva, che crescono nella Madrid dal 1913 al 1916 e lottano sia per tenere unita la famiglia, dopo la morte del padre, sia per rivendicare la loro posizione sociale, in un'epoca dominata dal maschilismo.

 


 

FEMMINISMO ANTE LITTERAM - Ora, passi pure per il femminismo ante litteram, per il Me Too in tempi non sospetti, quando le donne non avevano né il diritto di votare. Ma perché voler aggiungere anche la solita menata della storia omo? Cosa aggiunge alla vicenda, rende forse le protagoniste più moderne e più anticonformiste rispetto ai loro tempi, o viceversa più conformiste rispetto ai nostri ? Mah... Si fatica perciò a comprendere l'urgenza di inserire nella puntata di oggi l'innamoramento tra una delle sorelle, Celia, e un altro personaggio, Petra. Evidentemente non bastavano gli amorazzi, i tradimenti, i corteggiamenti tentati e le gravidanze fallite per accrescere la curiosità morbosa degli spettatori. No, ci voleva qualcosa che facesse "scandalo" nel cuore del pomeriggio, come l'amore lesbo, anche se ormai faccende simili non scandalizzano più nessuno. È anzi l'apoteosi del politicamente corretto, travestito da trasgressione. Ma cosa non si fa per l'audience pure in piena estate e in pieno giorno... Magari ci si inventa pure che le battaglie arcobaleno siano nate nella Spagna del secolo scorso.

 

 

ATTUALIZZARE IL PASSATO - Ora, giusto per fare paralleli storico-letterari di altre sorelle famose, è un po' come se nel romanzo Piccole donne, con protagoniste quattro sorelle e scritto e ambientato nella seconda metà dell'800, una di loro si battesse per un equo compenso al lavoro o controllo le molestie e il catcalling. Che dite, sarebbe credibile? O è come se nel romanzo La Coscienza di Zeno di Italo Svevo, di fine '800, una delle quattro sorelle con la A (Ada, Augusta, Alberta e Anna), anziché innamorarsi di Zeno Cosini, cadesse tra le braccia di una donna e magari finisse per sposarla. Come dite, l'amore saffico esisteva sin dai tempi di Saffo e dell'antica Grecia? Verissimo, ma appunto era l'antica Grecia. È inverosimile piuttosto che l'omosessualità fosse tema di un romanzo nell'epoca puritana a cavallo tra Ottocento e Novecento (tempo in cui Oscar Wilde, proprio perché gay, finì in carcere). Ma dietro questa operazione, al di là della solita promozione dei diritti omo, c'è una missione più: attualizzare il passato, forzare i secoli trascorsi nella gabbia del presente e adeguarli alla sensibilità attuale. Il passato o lo si cancella perché vergognoso per i nostri canoni (è, appunto, la cancel culture) o lo si trasforma, adattandolo all'oggi. Qui non mancano soltanto la creatività, l'anticonformismo, il gusto di proporre contenuti originali. No, qui manca soprattutto il senso storico. Ed è la miglior ragione per farsi a quell'ora un bel pisolino anziché spararsi il pistolotto di Sei sorelle.

 

 

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