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Rai, clamoroso: il nuovo eroe? Un comandate fascista della Decima Mas

Alberto Busacca
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È una storia di tanti anni fa. Una bella storia. Che parla di un eroe fascista che a ottant' anni dalla sua morte potrebbe diventare pure un eroe della sinistra. Tutto grazie a un film. Ma andiamo con ordine... La storia è quella di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina poi trasferito, su sua richiesta, alla Decima Flottiglia Mas, tornata inaspettatamente famosa in questi giorni... Il film, invece, si chiama "Comandante", è diretto da Edoardo DeAngelis, dovrebbe arrivare nelle sale nel secondo semestre del 2023 e racconta un episodio chiave della vita del Comandante Todaro, interpretato da Pierfrancesco Favino. È il 16 ottobre del 1940, per l'Italia la Seconda guerra mondiale è iniziata da qualche mese e Todaro si trova nell'oceano Atlantico al comando del sommergibile Cappellini. Qui, di notte, gli italiani vengono attaccati da una nave belga che trasportava pezzi di ricambio aeronautici per l'esercito inglese, ma reagiscono e riescono ad affondarla. A questo punto, il Comandante raccoglie i ventisei naufraghi nemici, destinati a morte certa, per lasciarli poi, sani e salvi, nel porto più vicino, nelle Azzorre. Secca la risposta a chi gli chiede il perché di questo comportamento: «Perché noi siamo italiani».

 

 

 

La storia è questa. Bella, come detto, perché mostra che anche in guerra può venire fuori la parte migliore degli esseri umani. Ma non resta soltanto un episodio di tanti anni fa. Perché quando si parla di naufraghi, di salvataggi e di porti sicuri, diventa inevitabile un paragone (a dire il vero piuttosto forzato) con quello che sta accadendo in questi anni nel Mediterraneo. E lo ha fatto, in particolare, lo scrittore Sandro Veronesi, cosceneggiatore del film e autore del libro "Comandante", scritto a quattro mani con il regista e in uscita il 25 gennaio. «Lavorare a questo film», ha detto Veronesi a Repubblica, «è stato rispondere a dei tempi che non mi piacevano, per come l'Italia si stava comportando nel mondo. Volevo rispondere attraverso il mio mestiere, non solo con l'attivismo. Siamo un popolo di navigatori che hanno sempre solcato il mare, mai per sopraffare gli altri. La Regia Marina ha formato tanti uomini come Todaro. Vedi un uomo in mare e lo salvi».

 

 

 

E ancora: «Il salvataggio in mare è obbligatorio. Quella regola vale sempre. I francesi si sono arrabbiati perché il diritto marittimo internazionale dice che il salvataggio non è compiuto fino a quando non hai sbarcato i naufraghi nel posto sicuro più vicino. Secondo me quel che getta disonore sul nostro popolo è questa guerra alle Ong. Questo accusare chi soccorre è una parentesi che si chiuderà, il nostro Paese riuscirà con la forza della propria tradizione - il personaggio di Todaro è un simbolo- a cancellare tutto questo». Un uomo come Todaro avrebbe approvato l'operato delle Ong? Difficile dirlo, e si sa che è impossibile fare la storia con i "se" e con i "ma". Quello che è certo, però, è che Todaro, oltre che un soldato, è stato un monarchico e un eroe fascista. Tanto che il regime, per quello che ha fatto nell'ottobre 1940, non lo ha criticato ma lo ha decorato con una medaglia di bronzo al valor militare. E ora la sinistra, sui migranti, chiederà di imitare l'Italia di Mussolini?

 

 

 

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