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Ballando, "clima da golpe": cos'è successo davvero nei camerini

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Sembra incredibile, ma è tutto vero: a più di due settimane dalla fine dell'ultima edizione di Ballando con le Stelle, si continua a parlare del programma condotto da Milly Carlucci su Rai 1, l'inossidabile varietà caciarone che quest'anno ha registrato la contestatissima vittoria di Luisella Costamagna, contestatissima soprattutto (anzi, esclusivamente) da Selvaggia Lucarelli. L'edizione appena chiusa è stata quella delle polemiche, delle accuse, delle liti furibonde, delle barzellette sconce e, soprattutto, degli ascolti iperuranici, un po' come sempre. E non è certo un caso il fatto che la Rai abbia già ampiamente rinnovato la trasmissione per il prossimo anno, in plancia di comando sempre Milly Carlucci.

E un chiaro segno del successo di Ballando è il fatto che Il Foglio, nella sua edizione di sabato 7 gennaio, dedichi al programma un paginone firmato dalla penna sagace e puntuta di Andrea Minuz, una lunga riflessione sul programma e sul suo "storico", ovvero sulle precedenti stagioni, con un ovvio e lungo focus su quella di recente conclusa.

 

Interessante, in particolare, il passaggio in cui Minuz scrive: "Come ogni programma che ambisce a farsi termometro nazionalpopolare del paese, Ballando con le stelle si è via via inferocito, inseguendo la curva d'incattivimento della società italiana con un occhio al crollo demografico (quindi anche tutta un'inevitabile linea aging che ha fatto fortuna, dal tango di Albertazzi all'exploit di Valeria Fabrizi)".

 

Dunque nel mirino ci finisce Selvaggia Lucarelli, la quale "evoca ora scenari oscuri: "Lo scorso anno avevo la polizia a vigilare per le minacce dei No vax. Sotto casa mi guardo intorno, sto attenta a chi mi passa accanto. Detto ciò, mi sa che ho rischiato di più nei corridoi di  Ballando'quest'anno". E ancora, Andrea Minuz aggiunge: "Ma anche in questo clima da golpe, anche nel suo tracollo trash e sguaiato, Ballando mantiene sempre intatto quel senso di eternità, di stasi, di negazione delle leggi del ritmo televisivo con le sue tre ore di durata e l'idea di una prima serata a forma di Telethon (una puntata di Dancing with the stars dura la metà, lì il ritmo è sacro)", conclude Minuz.

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