Rai, il colpaccio di Bruno Vespa manda in tilt il Fatto: ecco chi intervisterà

sabato 25 febbraio 2023
Rai, il colpaccio di Bruno Vespa manda in tilt il Fatto: ecco chi intervisterà
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"La striscia di Vespa inizia ai piedi Giorgia Meloni". Al Fatto Quotidiano non sembra abbiano preso bene il colpaccio di Bruno Vespa che inaugurerà il suo nuovo programma “5 Minuti”  (in onda su Raiuno dal lunedì a venerdì subito dopo il Tg1 delle 20) con l'intervista a una super ospite: il premier Giorgia Meloni. Gianluca Roselli rivela i dettagli della grande operazione giornalistica che "nasce infatti con la benedizione di Palazzo Chigi e l’obiettivo di bilanciare a destra, o comunque in senso filo governativo, l’approfondimento editoriale. Vespa si occuperà del fatto del giorno, l’evento principale della giornata, che potrà essere politica, ma anche cronaca o qualsiasi evento di grande rilevanza". In realtà si legge sul Fatto che “il nuovo programma di Vespa blinda politicamente Marco Damilano, perché se a qualche meloniano fosse venuto in mente di chiudere ‘Il Cavallo e la Torre’ perché troppo a sinistra, ora il bilanciamento è raggiunto, e per giunta su Raiuno”. 

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Quanto verrà pagato Bruno Vespa per questi cinque minuti su Raiuno? Secondo Rosselli la trattativa sui soldi è ancora in corso. Il conduttore è sotto contratto di Viale Mazzini per un milione di euro l’anno per la stagione di “Porta a porta”, ma per il nuovo impegno si sta studiando un integrativo. La cifra su cui si ragiona è top secret anche perché l’access prime time, la fascia che precede la prima serata, è la più pregiata della tv per numero di telespettatori e introiti pubblicitari, soprattutto sulla rete ammiraglia. Un solo punto di share a quell’ora vale moltissimo.  Ovviamente c'è anche chi protesta e si chiede: ma era proprio necessario? E perché proprio Vespa? Roselli rivela che il consigliere dei dipendenti Riccardo Laganà, in una lettera a Fuortes e Soldi, ha chiesto di conoscere “le cifre dei costi relativi al programma a partire dai compensi aggiuntivi riconosciuti al collaboratore Bruno Vespa”, ma pure “gli obiettivi editoriali, i risultati attesi in termini di ascolti e la valutazione dell’impatto su altri programmi”. Roselli fa l'esempio del Tg2, che inizia alle 20.30 e a cui Vespa pesterà i piedi. Nei giorni scorsi ai vertici di Viale Mazzini è arrivata una missiva del cdr. “Rimaniamo stupiti per l’orario scelto, in concomitanza con l’inizio del nostro tg, che rischia di restare schiacciato tra Vespa e Damilano. Cos’altro dobbiamo fare per chiedere all’azienda di rispettare e sostenere il nostro lavoro?”, si chiede la redazione del Tg2, che come ascolti nell’edizione serale già fa parecchia fatica.

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