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Enrico Mentana e Berlusconi: "Come l'ho conosciuto e perché mi ha cacciato"

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La lunga storia d'amore (professionale) tra Enrico Mentana e Silvio Berlusconi. Intervistato dal Corriere della Sera, il direttore del TgLa7 ripercorre la pagina forse più importante della sua carriera, iniziata nel 1991 con il primo incontro con il Cav. "Mi propose di fondare il Tg5. Aveva appena litigato con Craxi, per il referendum sulla preferenza unica, e gridava: 'Io stavolta a baciare la pantofola ad Hammamet non ci vado!'. Avevo 36 anni e dovevo inventare tutto: nome, sigla, studio, logo, redazione. Un sogno".

 

 

 

Il primo passo da direttore? "Reclutai Lamberto Sposini e Clemente Mimun". Dopo pochi mesi, la famosa discesa in campo, in politica. "Andai a cena ad Arcore con Confalonieri, Letta e Gori, che era direttore di Canale 5, a scongiurarlo di cambiare idea. Noi quattro eravamo tutti contrari. Ma lui aveva già deciso". In questo senso, rivela Mentana, a convincere Silvio a tentare la scalata (riuscita) a Palazzo Chigi è stato un altro fedelissimo, Marcello Dell'Utri: "La mente politica del gruppo è sempre stata lui", mentre Fedele Confalonieri "è l’angelo custode che ti evita gli errori più gravi". Gianni Letta, invece, "è l’unico essere vivente che legge tutti i giorni la Gazzetta Ufficiale. Mai visto nella stessa persona tanto senso del potere e tanto senso dello Stato".

 

 

 

Nel 2004 finisce l'avventura al Tg5 (alla direzione arriva Carlo Rossella) e Mentana fonda Matrix ma finì male: cacciato per il caso Eluana Englaro. "Ero convinto che non si potesse trasmettere il Grande Fratello Vip al posto di una storia come quella. Ma sarebbe accaduto comunque, magari il mese dopo. Non ho nessun sentimento negativo. Ora La7 è il mio posto ideale".

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