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Fabio Rampelli, "Gay? Spacciano per propri i figli": la sinistra insulta

Hoara Borselli
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Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli incriminato per aver pronunciato questa frase a In Onda al cospetto di David Parenzo e Concita DeGregorio: «Coppie gay spacciano per propri figli bambini avuti con la maternità surrogata». Quindi la vecchia idea che un bambino sia figlio di un papà e di una mamma è una idea fascista? Il fatto che la natura abbia posto a condizione della formazione di una nuova vita l’incontro tra un maschio e una femmina, e abbia escluso che una vita possa scaturire dall’incontro tra due maschi o tra due femmine, è un fatto ormai superato, sconveniente e in contrasto con la democrazia?

 

 

È importante sapere queste cose, così ci adeguiamo al nuovo regime. E tappiamo la bocca a Rampelli che osa sostenere la tesi reazionaria che un ragazzino nato da una madre e poi comprato da due maschi resta il figlio della madre da cui è nato e non dai maschi che l’hanno comprato. Non è un problema di destra o sinistra. C’entra solo il rispetto o il disprezzo della realtà. Il riconoscimento della maternità o il disprezzo per la maternità.

 

L’accettazione dello sfruttamento più bieco della donna o il disgusto per questo sfruttamento. Rampelli si è schierato coi difensori della dignità della donna. Ha detto che non si può equiparare la produzione di un maglione a quella di un bambino. Concita invece si è schierata con chi considera la donna una macchina della riproduzione. Cosa c’è di più odioso dell’atto di portar via un bambino alla madre? Non è questa la nuova forma dello schiavismo? Una donna costretta, per denaro, a rinunciare a suo figlio. Umiliata. Sfregiata nella sua dignità e integrità. Dicono: ma lei è consenziente. Facciamo finta di crederci. Voi vi indignereste se una persona, per soldi, fosse costretta a vendersi un polmone? Beh, vi assicuro, da mamma, che un figlio vale cento polmoni! 

 

 

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