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Lucia Annunziata, la frase che è sfuggita a tutti: "Non c'è mai stato"

Alessandro Gonzato
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È un’ossessione. Anche se la destra, anzi “le destre” per dirla alla gauche caviar, in un raptus urlassero “Viva il Comunismo!” è certo che Pd e affini, comunisti ed ex, gli imputerebbero di averlo urlato troppo piano, e dunque li accuserebbero di fascismo, alcuni di nazismo. Parteciperanno tutti, domani, i massimi rappresentanti “delle destre” alle celebrazioni del 25 aprile: il premier Giorgia Meloni sarà col presidente del Senato Ignazio La Russa all’Altare della Patria, accanto al capo dello Stato Sergio Mattarella; al Vittoriano ci sarà anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana il quale ha dichiarato al Corriere (ci arriviamo) che «la Resistenza va riconosciuta come patrimonio nazionale»; chi prima chi dopo a destra hanno detto e ridetto che il nazifascismo fu una pagina nera della Storia ma la sinistra il nero delle camicie continua a vederlo, lo denuncia, sbraita che questo è un «governo pericolosissimo» (è il grido di battaglia rilanciato da Roberto Saviano), e dunque è chiaro che la malattia, l’ossessione, per Dem e compagni è conclamata. Gli siamo vicini.

L’ERRORE - Il leghista Fontana terza carica dello Stato, dicevamo, afferma che «l’antifascismo è un valore», che «il 25 aprile è un fondamento di questo Paese», «che il razzismo è una cosa folle», che la memoria condivisa è fondamentale - ha però pure sottolineato che «è un errore festeggiare la Liberazione come fosse la festa di una sola parte» e che «alla Resistenza hanno partecipato non solo comunisti ma anche liberali, monarchici e cattolici» - e sentite Lucia Annunziata ieri nella sua tramissione “Mezz’ora in più”, su Rai3, cos’ha detto: «Questo non è un 25 aprile come gli altri, è un 25 aprile che non c’è mai stato, in un periodo in cui ci sono negazioni di diritti».

 

 

Quali non è chiaro. Il microfono armato della sinistra poi l’ha ammesso, ma sai la notizia: «Sì, sono faziosa». Pioggia di reazioni, tra cui quella del capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti («Ancora una volta l’Annunziata non perde occasione per mostrare il suo disprezzo per il governo, parla da giornalista o da militante?») e della deputata e vicepresidente della Commissione Rai, Augusta Montaruli (sempre Fdi): «È inaccettabile». Torniamo a sinistra. Francesco Boccia, ex ministro delle Autonomie da lui boicottate e da poco presidente dei senatori del Pd dichiara: «Viviamo in una società alle prese con una rivoluzione capitalistica, alimentata dall’accelerazione digitale, in un mondo aperto, multipolare, multietnico», e fin qui... Poi però carica con gli occhi rossi: «A queste complessità la destra risponde con la chiusura, i fili spinati e la sostituzione etnica. Questo modello porta a un revisionismo storico che va fermato. Per questo sul 25 aprile serve massima chiarezza, basta ambiguità. L’Italia è una Repubblica antifascista, come la nostra Costituzione. Non tornano i balilla, certo» - ma dai! «ma la cultura fascista oggi produce nuove ghettizzazioni su base religiosa, etnica e sugli orientamenti di genere».

 

 

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani comunica che domani sarà alle Fosse Ardeatine: «Depositerò una corona a nome del governo in ricordo delle vittime della ferocia nazifascista». Il collega alle Infrastrutture Matteo Salvini informa che «festeggerà la Liberazione». Saranno in piazza decine tra sottosegretari e parlamentari di Fdi ma l’ex Pci Nichi Vendola da qualche anno in Sinistra Italiana sbrocca: «Finché Meloni e i suoi fratelli giocheranno a nascondino con le loro radici, finché non capiranno che non si possono mettere insieme quelli mandati ad Auschwitz e quelli che li mandarono, saremo sempre prigionieri del passato».

La Meloni che mette sullo stesso piano i morti nei campi nazisti, SS, kapo, insomma l’ossessione è diventata qualcosa di ancora più grave. È il turno del governatore dem emiliano Stefano Bonaccini: «Chi governa non può essere distante dai valori di libertà e antifascismo». A sinistra non vedono i fascisti solo su Marte, ma ovunque. La figlia di Giorgio Almirante, Giuliana De’ Medici, afferma: «Gli orrori della guerra li conosciamo, ma non furono commessi solo da fascisti. Dopo 80 anni è anacronistico enfatizzare contrapposizioni».

Sennonché Gianfranco Fini, dall’Annunziata, dà lezioni: «Ancora una volta un 25 aprile di divisione, delle polemiche e in alcuni casi delle risse. Credo che tutti si debbano chiedere perché. E deve farlo soprattutto la destra, perché governa in prima persona. Spero che la Meloni voglia cogliere questa occasione per dire, senza ambiguità, che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata Alleanza nazionale. An condannò il fascismo. Meloni ha questa sensibilità». E ancora, Fini: «Non capisco la ritrosia della destra a dichiararsi antifascista. Meloni e La Russa dicano che libertà e giustizia sono valori antifascisti». L’ineffabile ex capo politico di Soumahoro, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana - che rimane il capo politico di Vendola - annuncia che domani manifesterà a Milano «con ancora più convinzione» perché le destre hanno «un disegno culturale e politico a cui occorre opporsi con decisione e forza per non far tornare indietro l’Italia». Agli italiani è bastata la matita, al seggio, il 25 settembre ma non solo per opporsi alla sinistra italiana. Altro che camicie nere... 

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