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Rita Pavone "scandalosa": "Gli ormoni... Come sono arrivata al matrimonio"

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In una Italia che, davvero, non c'è più, Rita Pavone ripercorre in un colloquio con Walter Veltroni sul Corriere della Sera gli anni ruggenti tra 1963 e 1968 che l'hanno fatta diventare un mito ben oltre la dimensione delle "canzonette". Un fenomeno generazionale, di costume, e anche scandaloso per la storia d'amore (che dura tutt'ora) tra lei, ragazzina-prodigio poco più che maggiorenne, e il maturo collega Teddy Reno. Una sorta di Lolita in salsa strapaesana. 

 

 

 

Si parte dal 1963, l'anno in cui è nato il fenomeno Rita Pavone: grazie alla determinazione del papà e ai sacrifici che ha imposto a tutta la sua famiglia pur di far coronare il sogno alla figlia di diventare cantante, la rossa futura Gian Burrasca si rivela dominatrice assoluta delle classifiche di vendita con una serie di hit francamente irripetibile: "Mi ricordo tutti i brani di quei dodici mesi incredibili: Alla mia età , Sul cucuzzolo, Come te non c’è nessuno, Il ballo del mattone, Non è facile avere 18 anni, Datemi un martello. E poi il mio preferito: Cuore".

 

 

 

Il primo incontro con l'amore della sua vita avvenne durante un provino alla Rca, sulla via Tiburtina. "Fu lì che vidi per la prima volta Teddy Reno. Io entravo, lui usciva. Ho l’immagine davanti agli occhi, aveva una giacca appoggiata sulla spalla. Si alternavano vari ragazzi e loro erano distratti. Poi toccò a me. Cantai When somebody loves you e vidi che, ad una ad una, le teste si alzarono e capii che ce l’avevo fatta. Alla fine del provino a Teddy Reno che diceva che sarei dovuta tornare presto in casa discografica mia madre disse, a brutto muso, che non avevamo i soldi per un altro viaggio a Roma. Mi sarei seppellita, ma Teddy la rassicurò che ci avrebbe pensato la Rca".

"So che non ero bella - riflette oggi -, ma ho avuto molti corteggiatori. Persino Gianni Morandi mi faceva il filo, ma non era il mio tipo. Siamo sempre restati amici. Era come mio fratello. Ci sentiamo simili. Suo padre calzolaio, il mio tornitore. Tanta fatica, tanta gavetta". A dominare, però, è stato l'amore per Teddy Reni: "Io sono arrivata illibata al matrimonio, nonostante i miei ormoni galoppassero. È stata dura, immagino anche per Teddy. Lui aveva diciannove anni più di me e nell’Italia bigotta del tempo fu visto come uno scandalo. Ci siamo sposati nel 1968 e stiamo ancora insieme. Ora lui qualcosa non la ricorda più ma ci basta uno sguardo per capirci. Ce ne dissero di tutti i colori e forse da quel momento in poi il mio successo è cominciato a scemare. In Italia. Perché fuori tutto è continuato". "In Italia - riflette conclude con una punta di amarezza - era finito l’incanto. Si voleva che fossi Lolita o forse Minnie. Ma io ero cresciuta, ero donna, moglie, madre. Leggevo, avevo un mio pensiero, una mia identità. Dico sempre quello che penso, qualche volta sbaglio come mi è capitato nel caso di Greta Thunberg, errore per cui chiedo di nuovo scusa".
 

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