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Bianca Berlinguer a Mediaset, clamoroso addio alla Rai: cosa c'è dietro

Daniele Priori
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Bianca Berlinguer fa notizia. Oltre il 9% di share nell’ultima puntata di Cartabianca e poi l’addio alla Rai, ormai a un passo. Per approdare, elemento ancora più clamoroso, a Cologno Monzese. Ovvero alla corte di Pier Silvio Berlusconi, orgogliosissimo erede del Cav appena defunto e confermatissimo ad di Mediaset che, nella prima stagione televisiva senza papà, si appresterebbe ad annunciare, già martedì prossimo, addirittura l’arrivo di una vera primadonna dell’informazione, per la quale i rumors di giornata, dicono sarebbe pronta una prima serata, probabilmente su Rete4. Tutto ciò accade a una settimana esatta dall’annuncio anche dei nuovi palinsesti Rai, previsto per il prossimo 7 luglio a Napoli.

 

 

 

NESSUNA SMENTITA

Il roboante boatos al momento non ha avuto nessuna conferma. Non ce n’è uno pronto a sbottonarsi. Troppo caldi il tema e i nomi in ballo. Ma neppure nessuna smentita. Che è di per sé pure già una notizia, specie dopo una giornata e più di voci che in maniera sempre più rumorosa si sono rincorse sulle sorti professionali della figlia primogenita del più amato segretario della storia del Partito Comunista Italiano. Bianca Berlinguer, trentaquattro anni di RaiTre, un cognome che ha fatto la storia della sinistra e una colonna portante, fino a oggi, della tv pubblica, sarebbe dunque davvero ad un passo dal dare l’addio a viale Mazzini. Pronta a segnare, di rimbalzo, la più grande apertura a sinistra delle tv del Biscione negli ultimi anni.

 

 

 

Un avvenimento paragonabile, come effetto dirompente, solo all’arrivo, negli anni Novanta su Italia Uno, di Michele Santoro. Un altro che, a ben vedere, oggi, se solo volesse, dalle parti di Mediaset, potrebbe essere più che ben accolto. L’arrivo a Mediaset della Berlinguer, la cui sorella minore Laura, anch’ella da anni giornalista di Studio Aperto, segnerebbe davvero un colpaccio, di quelli che lasciano il segno nella memoria. Perché Bianca è, anche per questioni anagrafiche, una delle ultime reduci di TeleKabul, la Rai3 anni ’90 di Angelo Guglielmi col Tg3 diretto da Sandro “Kojak” Curzi.
La rete che covò una nidiata di giornalisti divenuti prime firme in assoluto della tv italiana. Tg3 di cui proprio Berlinguer fu poi anche direttrice per ben sette anni, dal 2009 al 2016. Con un editoriale d’addio memorabile e in forte polemica col premier di allora, Matteo Renzi. Dal quale, proprio sul Riformista di ieri, è partito l’ultimo attacco all’indirizzo di Cartabianca, colpevole, secondo il quotidiano diretto dall’ex primo ministro, di ospitare troppi giornalisti de Il Fatto Quotidiano.

 

 

 

Una bagattella, però, rispetto ai missili che a quanto pare aveva in serbo la stessa conduttrice Rai verso il suo editore. Con la Berlinguer che, a botta calda, già mercoledì mattina si sarebbe diretta subito ai piani alti di Viale Mazzini per protestare, pare, contro la programmazione Rai in vista nei prossimi martedì sera, a partire da settembre, che vedrebbe Cartabianca (la cui conferma mai è stata messa in dubbio da parte dell’azienda) andare allo scontro diretto con due leonesse come la Belva, Francesca Fagnani e dopo di lei, a ottobre, Alessia Marcuzzi, pure lei confermatissima col suo Boomerissima!
Berlinguer pare sia stata rassicurata dal nuovo ad Sergio e dal direttore generale Giampaolo Rossi. L’incontro tra le parti, però (unica cosa filtrata fino ad oggi) sarebbe stato definito comunque interlocutorio e non soddisfacente da parte dello staff di Cartabianca e dalla Berlinguer stessa.

 

 

 

TROPPI ADDII

Un vero fulmine a ciel sereno nel cielo tormentato di RaiTre che, dopo gli addii clamorosi di Fazio, Littizzetto, Gramellini e Annunziata, vecchi già di un mese, ora rischia di dover assistere a quello di Berlinguer, a segnare un vero terremoto nel futuro della terza rete dalla quale se ne vanno tutti, senza al momento trovare sostituti. A parte la Bortone che, pare quasi certo, si accomoderà tra Le parole che furono del vicedirettore del Corriere della Sera. Carattere notoriamente forte, quello di Bianchina, chiamata vezzosamente così da tutti dopo l’ingresso in trasmissione nel ruolo di primo opinionista dello smanicato scrittore Mauro Corona. L’unico dal quale al momento, a parte qualche reazione preventiva in zona Pd, filtra qualche opinione al solito pittoresca ma ficcante. Garantendo eterna fede alla sua «Don Chisciotta», infatti, Corona ha detto senza mezzi termini che alla sua Bianchina «hanno fatto terra bruciata intorno da un bel pezzo. E va anche detto che lei ci ha messo del suo. Fossi in lei, però, io farei il salto subito. Precisando che io sono uno scalatore, io so rischiare e conosco la sfida dell'incognito». Per poi aggiungere: «Io di estetico ho ben poco ma sono etico e sono fedele. Andrò con lei ovunque vada, e non è una questione di soldi. A me basta un litro di vino. È una questione di libertà. Se una rete comincia a mettere paletti, lacci, veti su alcuni ospiti la cosa non mi interessa. Se posso dire quello che penso, ci sto». E chissà se Bianchina, da ultimo, ci starà o meno. E soprattutto con chi. 

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