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Toto Cutugno, la rissa in diretta con Fegiz: "I soldi russi", "Str***e"

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Nella sua carriera Toto Cutugno ha pagato carissime due cose: l'essere un campione della canzone nazionalpopolare, nella sua accezione migliore, con un brano come L'italiano diventato di fatto l'inno-ombra del Paese, tra il serio e il faceto, nonostante la freddezza (eufemismo) della critica musicale dominante, da sempre con il naso all'insù (e il cuore a sinistra). La seconda, intrinsecamente legata alla prima, l'avere avuto un successo mostruoso all'estero, soprattutto in Russia e in tutto il blocco ex sovietico, infinitamente superiore a quello italiano. 

 

 



La sintesi di questa situazione, perfetta, dolorosa ma quasi ironica, avviene al Festival di Sanremo del 2008, quando al Dopofestival condotto da Elio delle Storie Tese va in scena il clamoroso scontro quasi fisico tra il cantautore morto martedì a 80 anni e Mario Luzzato Fegiz, il critico più famoso e autorevole della musica italiana, firma storica del Corriere della Sera


La rissa tra Cutugno e Fegiz a Sanremo: guarda qui il video 

 

"Io ho fatto 15 festival, con questo. Ma voi non cambiate mai... Davvero, ma quand'è che andate in pensione? Sono sempre le stesse str****e", domanda amareggiato Cutugno, in piedi a fianco di Fegiz che aveva appena finito di stroncarlo. Applausi e risate nervose, Elio accorre per dividere i due. Fegiz replica velenosissimo: "Anche tu hai un problema. Un cantante che ha appena preso migliaia di dollari in Russia e in giro per il mondo eppure ancora riesce a stonare a Sanremo". "Tu stai dicendo delle grandissime str***e. Sei molto indelicato quando parli di soldi, è una cosa sgradevole e banale". 

 

 

 

"No ma sei bravissimo - prosegue Fegiz -, hai avuto un successo spaventoso ed è incredibile come ti perdonino tutto questo. O forse succede solo al Festival, perché io ti vedo solo qua". Cutugno, che si era seduto, si alza di scatto e si avvicina minaccioso: "Scusami Fegiz, vogliamo dire al pubblico quante volte mi hai chiesto di portarti in Russia con me?". "Migliaia di volte, non mi hai mai portato".

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