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Venezia, Michael Mann: "Ecco come ho raccontato il Ferrari più intimo"

Annamaria Piacentini
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Festival di Venezia. Il film di Michael Mann “Ferrari”, ci riporta alle grandi conquiste fatte dai Geni italiani. A sorprendere pubblico e addetti ai lavori è stato questo emozionante racconto che inizia dagli anni '57 in  un momento difficile per Enzo Ferrari (Adam Driver) che tra crisi personali e professionali, la bancarotta che ha fatto crollare l'azienda di sua moglie  Laura Dominica Garello (Penelope Cruz)  e le dissidie matrimoniali avvenute dopo la morte del figlio Dino scomparso nel  '56 a soli 24 anni a cui si aggiunge anche una liason  con Laura Lardi (Shailene Woodley) da cui aveva già avuto  un figlio, rompe definitivamente questo rapporto. Una vita difficile per l'ex pilota, ma sempre pronto a rialzarsi, a  mettersi in gioco, a credere nei propri ideali, e in ciò che voleva costruire. Ed è partito tutto da li, da quel colore rosso fiammante che lo ha coinvolto sin dall'inizio: la Ferrari doveva portare il suo nome e doveva vincere. Un momento mitico per l'Italia dove era stata progettata  una delle macchine più invidiate e potenti al mondo. Corse e premi, incidenti e sofferenze, ma “la rossa” era sempre in prima linea  tra vinti e sconfitti. Micael Mann non tornava dietro la cinepresa dal 2015 con l'action thriller “Blackhat” un film sottovalutato. Ora si rimette in gioco con la biografia di Enzo Ferrari - “The Man and the Machine”,  un film assolutamente perfetto. L'uscita americana  è prevista per  il 25 dicembre: insomma, sarà un Natale rosso fuoco.   Lo incontramo , ecco cosa ci racconta:

Mister Mann, è stato difficile ricostruire la vita e i successi di Enzo Ferrari?

“Pensavo da alcuni anni a girare un film su questa storia, mi interessava molto. Volevo che la gente si appassionasse alla sua  biografia, ma volevo anche che lo spettatore sentisse  cosa significa vivere tra la rivalità e il conflitto di due aziende.”

Come la Maserati?

“Sì, però  la Maserati era una cosa completamente diversa. Eravamo negli anni tra il '60 e il '63, vedevamo già il ritorno economico”.

A proposito di momento economico, cosa ne pensa degli scioperi tra i componenti del cinema che stanno avvenendo in   America ?

“Bisogna essere solidali con gli scioperanti, ci auguriamo un accordo”.

Molti americani non sono stati presenti al festival, per fortuna voi siete qui...

“Sì, ci siamo  perchè il nostro film è indipendete. Gli attori sono stati tutti bravissimi . Giravano in macchine dove allora la cintura di sicurezza non c'era. “.E' stato tutto molto travolgente”.

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