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Lucio Battisti e l'eredità, la moglie vince in tribunale: ecco cosa cambia

Daniele Priori
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«Le canzoni di Lucio Battisti resistono da tre generazioni ormai. Continuiamo a eseguire nelle serate i pezzi scritti con Lucio e alla gente piacciono. Sono brani vivi ancora oggi, cantate insieme da 2 o 3mila persone alla volta. È qualcosa che è più di un ricordo. Vive nella mente e nel cuore delle persone. Questo è ciò che conta di più». Parola di Giulio Rapetti, il maestro Mogol, primo sodale artistico di Battisti negli anni del successo, autore delle poesie che si sono unite alla musica scritta da Lucio. Mogol, interpellato da Libero, dà voce al suo presente, senza alcuna volontà ulteriore di alimentare polemiche. Già, perché a 25 anni da quel triste 9 settembre 1998 (domani la ricorrenza) in cui Lucio Battisti, a soli 55 anni, veniva a mancare, le canzoni firmate Battisti continuano ad essere in prima pagina, non solo per la loro natura di evergreen delle classifiche, ma anche per fatti giudiziari che vedono gli eredi diretti di Lucio, la moglie Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca Battisti, duellare ancora in tribunale contro la Sony per la gestione dei brani.

Con un giudice della Corte d’Appello di Milano che- crediamo del tutto casualmente - proprio in questi giorni di fine estate e di ben altri ricordi legati all’artista, si è pronunciato sui diritti delle sue canzoni. È arrivata infatti a sentenza di secondo grado una vecchia causa in corso (che continuerà quasi sicuramente fino alla Cassazione) tra la casa discografica e i primi congiunti di Battisti che, specificamente, si sono opposti a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali del cantautore di Poggio Bustone. Con Sony che aveva chiesto alla vedova e al figlio addirittura 8,5 milioni di euro di danni mentre, secondo il tribunale di Milano, sarà la multinazionale a dover pagare, non una cifra così esosa, ma le spese processuali.

 


MOGOL GLISSA
«Non sono molto informato su questa vicenda ma pare evidente che il giudice si sia allineato alle posizioni di chi pensa che utilizzare delle canzoni, ad esempio per la pubblicità, ne diminuisca il valore. Del resto ognuno delle cose di sua proprietà può fare quello che vuole», glissa con signorilità Mogol. Quello che resta, tuttavia, al di fuori e oltre diatribe giudiziarie e famigliari che da un quarto di secolo continuano a tormentare il cantautore anche in sua assenza, è il tributo d’amore e condivisione per il Canto libero, davvero infinito, di Lucio Battisti.

 

 

«I giardini di marzo sono ancora di moda, li ho sentiti cantare da 70mila persone allo stadio», ha detto ancora Mogol che sarà ovviamente anche tra i protagonisti del tributo che la Rai ha riservato in varie forme alla memoria di Lucio. Inizia RaiPlay che da oggi ripropone, direttamente dalle Teche, la puntata di Tutti insieme registrata il 31 luglio del 1971 e andata in onda sul secondo canale a settembre di quello stesso anno. Un happening nel quale gli artisti del panorama pop rock italiano si esibirono in una sorta di jam session sui brani di Mogol e Battisti e non solo. Domani Radio2 darà vita sulle sue frequenze a un autentico Battisti Day, durante tutto l’arco della giornata, mentre RaiUno dedicherà al ricordo del cantautore la prima serata di mercoledì 13 settembre con il docufilm Lucio per Amico. Ricordando Battisti nel quale, tra gli altri, Renzo Arbore, Mario Lavezzi, Mara Maionchi, Caterina Caselli porteranno lo spettatore alla scoperta del “mistero Battisti”, mentre Grignani, Noemi, Giovanni Caccamo e Giusy Ferreri si produrranno in performance esclusive in onore di un musicista e un cantante realmente immortale. 

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