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Sanremo 2024, la sfida di Gazzelle "per piacere alle casalinghe"

Federico Rana
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«Non mi servirebbe andarci, in tanti me lo hanno detto. Sono in una condizione secondo me vantaggiosa, non rischio di essere percepito come uno che deve riprendere in mano la propria carriera. Vado in un momento buono, questo mi dà serenità». Questo è lo spirito di Flavio Bruno Pardini, in arte Gazzelle, in vista del 74° Festival di Sanremo, il primo per lui, dove parteciperà con il brano Tutto qui. «Avevo voglia di fare un’esperienza forte dal punto di vista emotivo, di dare una scossa alla mia quotidianità. Uscire dalla situazione di comfort e consapevolezza artistica, in cui ho chiaro chi sono, cosa sto facendo. Avevo voglia di trovare un motivo per far battere un po’ il cuore. Ho fatto tante cose a livello lavorativo, su tutte l’Olimpico lo scorso giugno. Ora ho pensato: voglio fare Sanremo. Ci sono stati tanti grandi, Vasco, Gaetano, Tenco, Endrigo. Fantasticando un po’, senza paragonarmi».

Hai detto di esserci voluto andare.
«Mi sono proposto, come tutti. E in Amadeus ho trovato una persona interessata, incuriosita, proprio per il fatto che non ci sono mai stato. Anche perché credo conoscesse il mio personaggio e la mia musica. Gli ho mandato due pezzi, li ha ascoltati e gli sono piaciuti entrambi. Mi ha fatto capire quale preferiva di più, la stessa che pensavo anche io».

 

 

 

Hai un pubblico molto ampio ma definito, non sei mai arrivato alla «casalinga di Voghera».
«Io voglio raggiungere proprio la casalinga. Però con le mie canzoni, non con quelle che piacciono a lei. Penso che la mia produzione sia più trasversale, con un’intenzione popolare, non credo di far musica di nicchia. Vado là proprio per arrivare a quelle persone che pensano che io non sia il loro cantante tipo. Vado per migliorare la loro vita».

Dentro Tutto qui cos’hai messo?
«Uno dei miei titoli ironici, è impossibile mettere tutto in una canzone, ma c’è tanto. Parla d’amore, in tutte le forme esistenti: non solo di una relazione di coppia, ma anche del sentimento per il dolore altrui. A un certo punto dico Vorrei guardare il passato con te, perché vorrei essere parte di una vita che non ho vissuto, ma vorrei far parte della tua vita precedente per poterti aiutare quando arriveranno dei drammi. Arrivati, questa è una canzone autobiografica. Ho pensato che fosse giusta per Sanremo, perché sarà un ambiente combattivo, io voglio andarci in punta di piedi».

Per la serata delle cover hai scelto Notte prima degli esami di Venditti, da cantare con Fulminacci.
«Era obbligatoria, se no mi sarei fatto gli affari miei... (ride, ndr). Ho scelto Fulminacci perché è un amico, lo stimo come artista e penso che anche lui come me sia un ibrido, a cui è difficile dare un’etichetta, come penso di essere io. Oltre la stima artistica e umana, è una scelta che ho fatto anche per alleggerire a livello pratico: portare un artista con cui non hai un rapporto, sarebbe una situazione forse troppo formale... La canzone mi è venuta in mente un po’ all’improvviso, mi capita spesso. Ho scelto un pezzo gigante, che racconta però una cosa piccola, una notte prima di un esame. Nella sua carriera Venditti ha parlato di amore, di politica, qui parla di poche ore, che precedono un momento speciale sì ma non così tanto nella vita di qualcuno. Questa canzone però è un inno, la conoscono tutti. Mia zia Caterina, 76 anni, come anche un 18enne. E la casalinga di Voghera, ovviamente. Un rito di passaggio, questa cosa mi piaceva». 

 

 

 

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