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Sanremo 2024, Landini vuole imbucarsi col camper della Cgil

Salvatore Dama
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Che Sanremo è senza Bella ciao? Infatti. E anche stavolta all’Ariston hanno timbrato il cartellino. L’anno scorso toccò a Levante il piacere di intonare «Oh partigiano, portami via», ieri l’interpretazione di Amadeus, accompagnato da Marco Mengoni. Festival non politicizzato, dicevamo. Le intenzioni erano quelle. Ma i copionisti non avevano calcolato l’imprevisto. E l’imprevisto si chiama Enrico Lucci. O meglio: gli organizzatori sapevano che l’inviato di Striscia imperversava, così l’hanno tenuto a debita distanza, relegato nella sala stampa Lucio Dalla, collegato in streaming. La precauzione non è bastata. Conferenza stampa. Arriva il turno della domanda del giornalista, che sta lavorando a un servizio sul ministro Lollobrigida, che ha spedito i rigatoni italiani nello spazio. «Teniamo fuori la politica dal Festival di Sanremo», premette Lucci, poi ad Amadeus e Mengoni: «Voi vi potete definire antifascisti?». Risposta corale: sì. Quindi la richiesta: «Mi cantate un pezzetto di Bella ciao?».


L’inedito duo non si fa pregare: «Una mattina, mi sono svegliato...». Il direttore del Festival racconta un episodio, per sottolineare la passione che nutre verso il canto dei partigiani: «Ho visto la “Casa di carta”. All’epoca contattai gli attori per venire a Sanremo a cantare Bella ciao, ma eravamo in pieno Covid e in due si ammalarono». Pezzo di «una bellezza incredibile«, sottolinea Mengoni, «armonicamente e musicalmente».


IL TEST
Bene, ora l’antifascismo dilaga. Le domande ai cantanti non sono più sugli arrangiamenti e sui testi delle canzoni. Prima di esibirsi devono fare il test. Irama si dichiara subito. «Non avrei problemi a cantare Bella ciao con Amadeus e Mengoni». Ma, precisa, «come dice Guccini, con le canzoni non si fanno le rivoluzioni». E dunque ok, il dubbio che Sanremo sia un protettorato di Palazzo Chigi è definitivamente sopito. Adesso però sorge un altro sospetto. Che il Festival possa trasformarsi nella Festa dell’Unità. Ecco Landini: «Credo che se il palco di Sanremo, che è un elemento non solo nazionale, ma internazionale, dà spazio anche alla lotta per i diritti e per il lavoro, è un fatto importante». Dopo i trattori, anche la Cgil prenota un altro spazio autogestito. Lo fa Landini rispondendo ai cronisti a margine di un appuntamento al Teatro nazionale di Genova, in merito alla protesta degli agricoltori che potrebbe sbarcare sul palco del Festival.

 

 



«Siccome a Sanremo ci sarà anche il camper dei diritti della Cgil e del sindacato scuola, che sta girando per l’Italia per dire che per difendere i diritti bisogna bloccare l’autonomia differenziata, che non è ciò di cui abbiamo bisogno, mi auguro che Amadeus e Sanremo diano spazio a tutti quelli che hanno la possibilità di difendere i diritti e il lavoro», aggiunge il leader della Cgil. «Mi auguro quindi che diano spazio anche al camper della Cgil e a questa idea che vuole unire il Paese e non dividerlo, che dice che non abbiamo bisogno dell’autonomia differenziata, ma di investire sul lavoro per cancellare la precarietà», conclude Landini. Camper e trattori a Sanremo. Come se fosse facile trovare parcheggio. La presenza degli agricoltori in rivolta divide.


Mentre Ornella Muti e Naike Rivelli promettono sui social che venerdì saranno a Sanremo «con arance e trattori calabresi», scende in campo la Lega: per l’ex ministro Gian Marco Centinaio «farebbe bene Amadeus a ospitare sul palco del festival le giuste rivendicazioni degli agricoltori». Opposta la valutazione del Pd: «Gli agricoltori vadano a manifestare a Palazzo Chigi, non a Sanremo», replica Marco Furfaro. Anche per Raffaella Paita, coordinatrice Iv, «il mondo agricolo vuole risposte, non passerelle». Su Bella ciao la maggioranza evita polemiche. Commenta solo la sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento ed esponente di Forza Italia Matilde Siracusano: «Mengoni e Amadeus si sono dichiarati antifascisti? Come tutti noi, e da rappresentante del governo penso di poter dire che siamo tutti antifascisti. Il fascismo è stato consegnato alla storia». Durante la serata di apertura, il gruppo La Sad, che ha presentato la canzone Autodistruttivo, ha mostrato alcuni cartelli. Alla fine dell’esibizione, ha affrontato il tema del suicidio: tre persone sono salite sul palco alle spalle del trio, che sostiene Telefono Amico, con cartelli che recitano: “Non siete voi, sono io”, “Non so perché lo faccio”. Poi i cartelli sono stati girati e su tutti compeggia la stessa frase: “Non parlarne è 1 suicidio”. Ma anche la comicità ha avuto il suo spazio. Merito di Fiorello che, parafrasando lo slogan scelto da Chiara Ferragni durante l’edizione dell’anno scorso (“pensati libera”), ha mostrato, collegandosi con il Festival, uno striscione con scritto: “Ama pensati libero... È l’ultimo”. 

 

 

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