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Ghali, altro affondo politico a Sanremo: "Perché sono qui, necessario prendere posizione"

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"Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio, non ho né il ruolo né l'ambizione di risolvere una questione internazionale": Ghali lo ha scritto in un post su Instagram in riferimento alle polemiche che hanno travolto il suo brano in gara "Casa mia". Della sua canzone sono stati criticati in particolare questi versi: "Ma come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o un pezzo di pane". Chiaro riferimento alla guerra in Medio Oriente, che ieri ha fatto infuriare la comunità ebraica di Milano. 

In "uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena un’esibizione che ha ferito molti spettatori - ha detto il presidente della comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi -. A differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre. Sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti".

 

 

 

Di qui la risposta del cantante: "Sto leggendo in rete appelli, commenti, rispetto al testo della mia canzone. Sono venuto a Sanremo per portare un messaggio, non ho né il ruolo né l'ambizione di risolvere una questione internazionale. Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull'irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere allora ben venga. Non si può andare oltre. È necessario prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso".

 

 

 

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