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Lola Ponce, la richiesta e la lezione alla sinistra: "Perché voglio la cittadinanza italiana"

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Daniele Priori
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Lola Ponce, ovvero passione italiana. La cantante, attrice ed ex modella argentina (ma di origini italiche) vincitrice del Festival di Sanremo nel 2008, assieme a Giò Di Tonno, col brano Colpo di fulmine, torna protagonista della prima serata italiana con Io Canto Generation in onda da oggi nel prime time di Canale 5 per sei settimane. L’artista sudamericana sarà la grande new entry a capo di una delle sei squadre formate da 24 teenagers canterini (fra i 10 e i 15 anni) che si sfideranno a colpi di canzoni.

Lola, bentornata in Italia. Cosa si aspetta da questa esperienza televisiva?
«Sono felicissima di un’esperienza che mi darà modo di cantare assieme a dei ragazzi meravigliosi. Trovarmi poi in un ruolo fisso, a fianco a un conduttore come Gerry Scotti che conosco da tanto tempo e a un regista come Roberto Cenci che è il top in Italia, mi darà modo di farmi apprezzare ancora meglio dal pubblico».

Sarà più uno show televisivo oppure vedremo effettivamente la musica come protagonista assieme ai piccoli cantanti?
«La musica live sarà protagonista grazie a una band straordinaria. È tutto talmente vero e questo mi fa sentire a casa. Il pubblico sa quanto amo cantare nei live show, qui il pensiero che c’è la trasmissione rende tutto ancora più emozionante. Poi impazzisco a vedere come questi ragazzi riescono a cantare canzoni di oggi, con temi e parole importanti ma anche canzoni del passato facendole tornare super attuali».

Si può dire che l’Italia sia la sua seconda patria anche grazie all’origine dei suoi avi...
«È in corso la mia richiesta di cittadinanza. Stavolta più che mai mi sono convinta a chiedere il passaporto italiano perché anche le mie figlie vogliono essere italiane».

Negli ultimi vent’anni l’Italia l’ha vista migliorare o peggiorare?
«La trovo sempre migliorata. La cultura e l’arte italiane sono sempre lì. Sta a noi che lavoriamo in questo settore non fermarci, continuando a diffonderne il valore dell’essenza italiana. Io scrivo sempre canzoni in italiano».

A proposito di giovanissimi, lei negli ultimi dieci anni è diventata mamma di due figlie. Come coniuga la maternità con una carriera che procede su due continenti diversi?
«Erin e Regina (11 e 10 anni ndr) sono sempre con me. Crescono come sono cresciuta anche io. Quando sono venuta in Italia c’erano anche i miei genitori con me. Non potrei viaggiare senza di loro e loro sono contente di seguire me ma anche il papà (Aaròn Diaz, cantante, attore e modello messicano). Di base viviamo negli Stati Uniti ma grazie a Dio le piccole frequentano una scuola online che possono seguire in tutto il mondo».

Quanto deve a Riccardo Cocciante?
«Non posso che essere grata per il fatto di aver incontrato in questi vent’anni di carriera persone che mi hanno voluto bene. Con Cocciante ci siamo conosciuti in Spagna e mi ha voluto nel ruolo di Esmeralda. Assieme a lui ha creduto in me anche il grande produttore David Zard. Io l’italiano l’ho imparato stando in scena!».

Poi nel 2008 arriva la vittoria a Sanremo.
«Guardavo Sanremo anche da piccola in Argentina e mi emozionavo fino alle lacrime quando annunciavano il vincitore. Quando ci sono arrivata io, ho sentito vicini come non mai i miei bisnonni che erano di Verona e di Genova».

E l’incontro con Gianna Nannini?
«Eravamo in promozione con il musical su Pia de Tolomei e sono stata proprio io a chiederle un pezzo per il Festival. Ero sicura che avrebbe risposto di no. Invece mi disse: ci provo.
Quell’episodio mi ha insegnato a credere fino in fondo nei sogni che poi diventano realtà».

Un nuovo album all’orizzonte. Ci farà qualche sorpresa per Sanremo?
«Uscirà prima! E ci saranno molte sorprese».

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