Eleonora Giorgi, Andrea Rizzoli perde la calma: "Questa è una putt***a, mi perdonerà il monsignore"

mercoledì 5 marzo 2025
Eleonora Giorgi, Andrea Rizzoli perde la calma: "Questa è una putt***a, mi perdonerà il monsignore"
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Niente retorica, soprattutto nel giorno del funerale di Eleonora Giorgi. E' il figlio Andrea Rizzoli, con straordinaria lucidità e anche una certa tagliente ironia ereditata dalla madre, sempre schietta, diretta e controcorrente, a richiamare tutti alla cruda realtà: parlare di "battaglia" o tanto meno di "guerrieri", davanti alla malattia, non è solo sbagliato ma fuorviante.

"Quando noi abbiamo avuto dei problemi non ha cercato di suggerirci come risolverli ma ha cercato di mettersi nei nostri panni -ha svelato il primogenito dell’attrice –. Per questo per me e per mio fratello lei rimane qualcosa di unico. Poi aveva tantissimi difetti. Poteva essere intransigente, collerica, pensava di avere sempre ragione. Poi spesso aveva ragione ma i modi erano difficili da digerire".

"Noi non avremmo mai pensato di perdere nostra madre così giovane. Quando le è stato diagnosticato il cancro al pancreas sapevamo che non sarebbe stato facile riuscire a sconfiggerlo. A volte si dice che i malati di cancro intraprendono una lotta, sono dei guerrieri. Mi scuserà il monsignore ma sono puttan***ate. Un guerriero è qualcuno che scende in un campo di battaglia con delle armi per difendersi. Chi invece è malato non ha armi, si affida alla medicina, all’amore delle persone oppure alla fede. Mia madre aveva fede, era agnostica, non credeva a tutto quello che c’era scritto nei libri ma sapeva dell’esistenza di Dio. Del resto per credere all’esistenza di Dio non ci vuole fede, basta la ragione".

Quindi ha proseguito: "Quando ha deciso di rendere pubblico questo percorso, almeno inizialmente per me e Paolo è stato abbastanza scioccante. Tutte le persone che si ammalano tendono a chiudersi, a voler vivere la malattia come se fosse una vergogna. Non ha messo in piazza il suo dolore per visibilità perché non le serviva. Lo ha fatto perché quando siamo andati a fare la prima PET davanti a noi c’era un bambino di 6 anni. È stato un momento molto toccante per lei. Non so se avesse il suo stesso male ma che quello che so è che lei ha deciso di raccontarlo e far vedere che era possibile spendere anche gli ultimi tempi della propria vita con il sorriso, pur sapendo che la morte stava per sopraggiungere".

"Io e Paolo - ha concluso riferendosi al fratello minore, Paolo Ciavarro, che la Giorgi ha avuto dal collega Massimo Ciavarro - non siamo stati forti, siamo stati trascinati dalla forza di Eleonora, dalla sua determinazione, dalla sua voglia di lasciare un segno anche alla fine". 

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