Alfred Hitchcock, le sue donne sono immortali

di Giampiero De Chiarasabato 19 luglio 2025
Alfred Hitchcock, le sue donne sono immortali
3' di lettura

«Quando affronto questioni di sesso sullo schermo non dimentico che, anche qui, la suspense comanda tutto. Se il sesso è evidente, non c’è più suspense. Perché scelgo delle attrici bionde e sofisticate? Bisogna cercare donne di mondo, vere signore che diventano puttane in camera da letto». Che Alfred Hitchcok non avesse una alta considerazione del ruolo dell’attore (in particolare delle attrici) è stato ormai acclarato. E queste parole, consegnate al “collega” Francois Truffaut, per la stesura di quella pietra miliare che è il libro Il cinema secondo Hitchcock, confermano la profonda misoginia del regista di Psyco (di cui quest’anno ricorrono i 65 anni dal suo debutto sul grande schermo).

Di certo però le tante attrici che hanno recitato per lui (preferibilmente bionde: «sono le vittime ideali, sembrano virginali fiocchi di neve dai quali traspare un’impronta insanguinata», parola di Hitch), si sono prese una rivincita. Non solo sono quasi tutte diventate star internazionali, ma gran parte di loro ha seppellito il buon Alfred, scomparso ormai nel lontano 1980. E alcune di quelle, che nel frattempo sono scomparse, lo hanno fatto alla soglia dei 100 anni: Joan Fontaine a 96, (Rebecca - La prima moglie e Il sospetto) e Doris Day (L’uomo che sapeva troppo) a 97.

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Usando un po’ di humour (ovviamente nero) si potrebbe dire: hai lavorato con Alfred Hitchcock? E allora camperai più di 100 anni, o giù di lì. A conferma di ciò ecco la (bionda) Eva Marie Saint (Intrigo internazionale), 101 primavere fatte il 4 luglio, Brigitte Auber (Caccia al ladro), quota 100 lo scorso 27 aprile, Vera Miles (bionda, pur se in bianco e nero, in Il ladro e Psyco), 95 da compiere il 23 agosto, l’ennesima bionda Tippi Hedren (Gli uccelli e Marnie), 95 il 19 gennaio (mamma di Melanie Griffith e nonna di Dakota Johnson), Kim Novak (La donna che visse due volte, ovviamente bionda), 92 fatti il 13 febbraio, Shirley MacLaine (La congiura degli innocenti), 91 lo scorso 24 aprile, Julie Andrews (Il sipario strappato), 90 anni il prossimo 1 ottobre, Diane Baker (Marnie), 87 compiuti il 25 febbraio e la più giovane di tutte, si fa per dire, Veronica Cartwright (bambina sul set di Gli uccelli) 76 anni. L’eccezione, che conferma la regola è Grace Kelly, morta in un incidente stradale a 52 anni. Lei che è stata il prototipo della donna ideale nell’immaginario della cinematrografia hitchcokiana, creando una iconografia diventata un marchio di fabbrica del regista. Apparentemente fredda, dal fascino enigmatico, di una bellezza sfolgorante (la futura principessa di Monaco fu definita da Hitch: «ghiaccio bollente») è stata la prima e non l’ultima con cui il regista ha avuto una sorta di amore-odio.

Oggi probabilmente non potrebbe più permettersi certi atteggiamenti. Il suo carattere maschilista, cinico e dittatoriale non gli avrebbe garantito un futuro in quella che una volta veniva definita la fabbrica dei sogni. Ma negli anni d’oro della grande Hollywood alcuni comportamenti scorretti e inopportuni erano tollerati. In quegli anni il maestro del brivido era libero di permettersi tutto o quasi. Nessuna osava contraddirlo.

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Soltanto dopo la sua morte sono diventati pubblici alcuni comportamenti aggressivi (una cotta per Grace Kelly che si salvò dalla sue pressanti attenzioni sposando Ranieri di Monaco), la corte asfissiante che subirono alcune delle protagoniste dei suoi film. Kim Novak ha raccontato che dopo aver rifiutato le sue avance sul set di La donna che visse due volte, per lei continuare a recitare fu un vero inferno per colpa proprio del regista. A Janet Leigh, che non ne voleva sapere di accettare un invito a cena di Hitchcock, il regista fece trovare mentre giravano Psyco il manichino della madre defunta di Norman Bates (il celebre personaggio interpretato da Anthony Perkins) nel buio del proprio camerino. O alla povera Tippi Hedren, cui Hitch mise letteralmente le mani addosso promise poi (dopo essere stato respinto), che le avrebbe rovinato la carriera. Non ci è riuscito: Tippi ha lavorato per anni dopo quella brutta esperienza ed è ancora viva e, come alcune delle sue colleghe, è sopravvissuta (in tutti i sensi), al maestro del brivido.

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