Un gruppo di persone anziane viene improvvisamente sfrattata dalla casa di riposo e si ritrova in una comunità educativa per ragazzi senza famiglia. Questo è Fragili 2, arrivato alla seconda stagione in sordina ma non troppo. Oggi e domani, in prima serata su Canale 5, va in onda il sequel della miniserie. Barbara Bouchet è una di loro, di quei fragili che però hanno ancora la forza di sognare, la luce negli occhi. Ottantuno anni proprio a Ferragosto, tedesca ma ormai italiana, attrice ed ex ballerina, icona sexy del cinema anni Settanta, la diva riflette sul tema della terza età e della voglia di amare.
Qual è, secondo lei, il punto forte di Fragili?
«La relazione tra due età diverse, l’unione dei giovani con le persone anziane, categoria oggi poco considerata, l’anziano viene messo da parte. Una volta le persone grande ispiravano più rispetto, avevano vissuto tante vite, avevano tanto da raccontare e insegnare: ai giovani questo oggi non importa tanto, sono sempre sul cellulare, il loro primo interesse».
Nemmeno tra nonni e nipoti c’è connessione?
«Sì, c’è, ma molto spesso non stanno insieme. Gli anziani non vivono più in famiglia»
In questa stagione, Rosa, il personaggio che lei interpreta, affetta da un principio di Alzheimer, conosce un uomo, interpretato da Massimo Dapporto, si innamora e si sposa. È stato emozionante girare queste scene?
«Sì. Che carino è Dapporto, un gran signore, un ottimo attore molto piacevole. Viviamo una bella favola, alla nostra età. Come dice Rosa, ci possiamo ancora innamorare».
Lo pensa anche lei?
«Sì, lo penso, bisogna trovare la persona giusta».
Per lei l’età che passa cosa rappresenta? Un fastidio o una opportunità?
«Entrambe le cose. Fastidio non è la parola giusta: dipende da salute, energie, acciacchi, senza tutte queste cose, che poi ci sono anche a 40 anni, è un’età stupenda. A me piace viaggiare. A settembre con i miei fratelli andremo a Monaco da un cugino, poi passeremo nei luoghi in cui siamo cresciuti. Poi vorrei vedere Giappone, Parigi con altri occhi rispetto a 40 anni fa, e poi la Cappadocia in Turchia».
«Mi piace fare cose, se resto a casa a giocare a burraco mi viene la depressione», aveva dichiarato tempo fa. Conferma?
«Sì, anche se il burraco mi piace molto. Le mie amiche giocano tutte. Dicevo sempre: io non giocherò mai, no no no. Ma poi con il Covid ho imparato. Come dicevo mi piace viaggiare, uscire: avere una vita sociale è molto importante, confrontarsi con altri, altrimenti si vive solo nel proprio guscio. Però penso anche che la televisione sia una grande invenzione. L’anno scorso il 16 di agosto Fragili è stato visto da un pubblico molto vasto, per questo è stato fatto il sequel, che spero piaccia. Io ho la passione per le fiction turche, le guardo tutte: Forbidden fruit, La forza di una donna...».
Se la chiamassero nel cast di qualche sceneggiato turco?
«Mi piacerebbe molto, correrei. Avrei voglia di un ruolo da cattiva. L’opposto di me».
Ha progetti imminenti?
«In questo momento no, aspetto fiduciosa. Mi piace lavorare, ho fatto recentemente a Verona un cameo di un film, Non è la fine del mondo, tratto dal romanzo di Alessia Gazzola».
Al cinema, con quale regista ha preferito lavorare?
«Sono stata fortunata, ho lavorato con grandi registi, sono stata bene con Luciano Martino, maestro di tutte le mie commedie, oppure Mauro Bolognini con cui ho girato lo strepitoso Per le antiche scale».
In quale set si è trovata peggio?
«Ho un carattere molto tranquillo e mi sono sempre trovata bene, basta che i registi siano rispettosi. Non ho mai lavorato con Ozpetek e Sorrentino che mi piacciono molto, ma sono forse fuori...dalla mia portata. Mai dire mai».
Però ha recitato per Checco Zalone in Tolo Tolo.
«Sì, in Africa, ma purtroppo non ho potuto relazionarmi molto con lui, perché era il suo primo film da regista, era molto impegnato, si circondava solo delle sue persone. Mi dispiace non averlo potuto conoscere meglio».
In tv, invece, rifarebbe Ballando con le stelle?
«No, perché è stato molto faticoso, ma quello va bene, ho imparato e credo di aver fatto bene. Però ritengo di non essere stata giudicata bene, sono stata fatta fuori alla seconda puntata, quando hanno tenuto dentro Costantino della Gherardesca che non ballava, faceva i fiori. Per me non è giusto come è organizzato il programma, non ti giudicano veramente».
Milly Carlucci l’ha piu sentita?
«No».
Parliamo di suo figlio, lo chef Alessandro Borghese, avrebbe mai immaginato che potesse avere un tale successo?
«No. A 18 anni gli chiedevo: che vuoi fare? “Boh”, diceva lui. Io ero disperata: che faccio con questo figlio che non vuole fare l’università? Questo dimostra che puoi fare una grande carriera anche senza seguire i classici percorsi».
Avete un bel rapporto?
«Sì. Anche se è lontano. Lui sta a Milano. È presente telefonicamente, anche con le figlie. Ho un altro figlio che sta qui vicino a me, a Roma. Dunque ne ho uno lontano e uno vicino. L’altro giorno la mia nipotina mi manda una foto di Fragili 1 che passava in tv. “Nonna, ti stiamo guardando, ci facciamo tante risate...”. Ridevano come pazze, vedevano una povera vecchietta in tv senza trucco.
“Nonna sei sempre bella”, mi hanno detto poi. Meno male!».