Nanni Loy, nome d’arte di Giovanni Loy-Donà, stato un innovatore della Rai pionieristica e di qualità che aveva il coraggio, nel secolo scorso, di sperimentare fregandosene di audience e share. Ma anche un regista-attore-autore-inventore di cose inedite.
Nel centenario della nascita era nato a Cagliari il 23 ottobre del 1925- è giusto ricordare come Loy abbia attraversato tutte le stagioni del grande cinema italiano, puntando sempre in direzioni mai banali. Tuttavia, prima di ricordarlo per i film, scegliamo proprio la sua creatura più innovativa in tv: Specchio segreto, un format proposto nel 1964 sul Programma Nazionale della Rai (all’epoca c’era un solo canale di stato) che sconvolse tutti: il pubblico a casa, gli attori inconsapevoli delle gag, persino gli stessi dirigenti dell’azienda di stato che rimasero basiti dalla sua originalità. Perché fu Loy a rendere protagonista la gente comune decenni prima dell’attuale Grande Fratello, accendendo una telecamera nascosta che indagava, senza malizia ma per divertire.
CANDID CAMERA In che modo? Utilizzando la tecnica della candid camera, Nanni si introduceva nel quotidiano irridendo gli ignoti attori con una punta di cinismo e rendendoli protagonisti di scenette surreali. Come quella, celeberrima, girata al bar Centrale di Bologna nella quale Loy, con la sua faccia da cane bastonato, chiedeva «permesso» fra i clienti e intingeva il proprio cornetto nei cappuccini altrui, seminando stupore e ilarità. In altre gag si fingeva un evaso dal carcere, bussava alla porta e chiedeva rifugio e un invito al pranzo di Natale oppure, impersonando un assurdo venditore di schiavi, proponeva una ragazza africana nel mercatino romano di Porta Portese.
In quegli anni scevri di programmi bizzarri, dominati dalle rassicuranti consuetudini di Canzonissima o di Studio Uno, Specchio segreto fu criticato dai benpensanti per il coinvolgimento di persone senza consenso. Peró fece epoca. Oggi, con l’armatura della privacy, non sarebbe possibile. Il format venne ripreso da Nanni nel 1978 e nel 1980 con due programmi simili: Buonasera con... e Tutti insieme consapevolmente dove ispiró, senza saperlo, Il Grande Fratello e altri format analoghi che, ora, furoreggiano a telecamere spianate. Nel cinema Loy ha firmato film fondamentali: Il marito con Alberto Sordi (1957), Audace colpo dei soliti ignoti (1959), il bellissimo Le quattro giornate di Napoli (1962) che si meritò una candidature all’Oscar e il drammatico Detenuto in attesa di giudizio, manifesto d’accusa ante-litteram sugli errori giudiziari, quando il dramma di Enzo Tortora era ancora là da venire. Negli anni ottanta firmó Cafè express con Nino Manfredi, Mi manda Picone con Giancarlo Giannini e l’atto terzo di Amici miei. Come attore ricordiamo Loy nell’interpretazione dell’inflessibile esaminatore di Guglielmo il Dentone, ovvero un Alberto Sordi in grande forma, in un concorso Rai diventare il nuovo lettore del telegiornale (nel film a episodi I Complessi del 1965).
Più cercava di metterlo in difficoltà, più Guglielmo/Sordi si dimostrava preparato e inattaccabile. Momenti di altissima comicità. Nanni Loy, del quale celebriamo il centenario, è morto, a 69 anni, nel 1995 (il 21 agosto) per un attacco cardiaco. Su RaiPlay, se volete farvi due risate immergendovi nello spirito iconoclasta degli anni ’60, sfogliate qualche episodio di Specchio segreto. Rimarrete stupiti come i clienti del bar di Bologna che si vedono intingere il cornetto di Loy nel proprio cappuccino. Pochi, come Nanni, sono riusciti a miscelare cinismo, comicità e momenti surreali, nel cinema e in televisione. E questa si chiamava IC, ovvero Intelligenza Creativa.