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Adattamento? No, disperazione

Maurizio Costanzo
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Lo avevamo detto e così è stato: la lunga convivenza forzata porta a squilibri. Come quel fratello che ha malamente aggredito la sorella, perché, a suo dire, faceva rumore nel preparare il caffè. Non scherziamo su queste cose: gli animi si stanno esasperando e ciò che alle prime ore dei primi giorni poteva sembrare un diversivo, ora si è tramutato in un incubo. No, non è facile passare da una vita, chiamiamola “normale” ad una costrizione. Pensate che ci stiamo abituando a riconoscere il vicino di casa o l’amico incontrato per strada, ambedue con la mascherina. Non è un segno di adattamento, ma di disperazione. 

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