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Storie Italiane, lo sfogo di Eleonora Daniele: sempre al fianco delle donne

Francesco Fredella
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Sempre in prima linea. Eleonora Daniele, che diventerà mamma a giugno, lotta per le cose giuste da anni. Lo fa con il tocco da giornalista che la contraddistingue da sempre. E anche stamattina il suo “Storie italiane”, il programma del daytime di Rai1, ritorna a parlare di donne, famiglie e difficoltà in quarantena. La Daniele intervista Rosa Moscatelli del “Telefono Rosa”. Storie italiane, ormai da anni, si batte in ogni modo per la difesa delle donne con decine di inchieste che hanno smascherato maltrattamenti e storie che mai più vorremmo raccontare. “Abbiano ottenuto tanto nelle battaglie degli scorsi anni e ora c’è il rischio che si annulli tutto- ribadisce Rosa Marchitelli - io però credo molto nel movimento delle donne, dobbiamo e possiamo fare qualcosa, dobbiamo fare in modo che il nostro lavoro sia valorizzato, e che sia compreso quanto sia fondamentale nell’equilibrio della società la presenza femminile.

 

 

La donna aggiunge qualcosa a quello che è il lavoro di routine. Io dico agli imprenditori di non avere timore ad assumere le donne, perchè si pensa che si sposeranno e avranno un figlio, un figlio è un qualcosa che arricchisce, la donna che diventa madre e che lavora è una ricchezza per tutti noi e invito tutte le donne a battersi per questo”.  La Daniele risponde: “E’ tutta la società civile che si deve battere per questo cambiamento, contro una cultura che ancora c’è purtroppo. Ci sono anche i padri che possono occuparsi dei figli, non ci sono solo le madri a dover chiedere lo smartworking e che devono fare tutto”. In un momento così difficile per il Paese, che si sta leccando le ferite dopo la fase più acuta dell’emergenza Covid-19, le parole della giornalista padovana diventano un imperativo. 

La Moscatelli del “Telefono rosa”, poi, sottolinea le sue paure per la situazione attuale. “Ci sono difficoltà a fare denunce, non trovano lo spazio per chiamare. Io sono preoccupata per dopo quando finirà questa prigionia, credo che avremo tanti, tanti, tanti casi di violenza. Alle donne consiglio di chiamarci – aggiunge – chiedere aiuto di avvocati e psicologi, e se loro si sentono davvero minacciate, di uscire, le case di rifugio sono aperte, ci sono i carabinieri e le forze dell’ordine, alle donne dico di non avere paura, un appello anche ai vicini, quando sentite insulti ecc ecc intervenite, non girate la testa da un’altra parte. Infine dico, chiamateci non vi lasciamo soli, noi siamo lì e vi aiutiamo”

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