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Luisella Costamagna, il ritorno in Rai? La manina di Rocco Casalino e le voci ai piani altissimi: ora tutto torna

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 A volte ritornano, ma non perché coperte di gloria o grandi ex di cui si avvertiva nostalgia. Né perché ben volute da buona parte della classe politica. A volte ritornano solo perché così volle il Grande Manovratore oltreché Grande Fratello, l'eminenza grigia ora divenuta anche emittenza grigia, Rocco Casalino. Il ritorno in Rai come conduttrice di Luisella Costamagna, giornalista allieva della scuola di Michele Santoro, è uno di quegli eventi di cui nessuno sentiva bisogno. E che tuttavia accadranno per volontà "superiori". Ormai da giorni il suo nome circola come quello di candidata più papabile alla guida di Agorà, il talk show mattutino su RaiTre, al posto di Serena Bortone, in procinto di trasferirsi su RaiUno. 

POCO GRADITA
L'arrivo di Costamagna in viale Mazzini non sarà certo gradito ai salviniani, tanto che la sua presenza servirebbe proprio a "de-sovranizzare" ulteriormente la Rai. Né può essere plaudito dal mondo berlusconiano, del quale la giornalista è sempre stata fiera avversaria. Ma ancor di più viene malvisto dal Pd, che ha apprezzato molto poco negli anni le intemerate della bionda moralizzatrice contro il partito. Tipo quella per cui «nel Pd fanno la ola per accogliere i massoni». Ci sarebbero tutti i presupposti, dunque, per non arruolarla nel servizio pubblico, se non fosse che la Costamagna, oggi firma de Il fatto quotidiano e de La Verità, è sostenuta dai 5 Stelle, in particolar modo da Rocco (e i suoi fratelli). E ormai non si muove foglia che Casalino non voglia... Al di là dello scarso gradimento politico, ci sono tre ragioni di merito che dovrebbero indurre a puntare su altri nomi. La prima è che la Costamagna non può certo essere considerata esempio di anti-sessismo. 

 

In tanti ricordano la sua intervista del 2012 a Mara Carfagna, in cui di fatto la accusò di aver fatto carriera solo perché donna piacente e piaciuta a Berlusconi. «Berlusconi non ha mai nascosto una grande passione nei suoi confronti. Anche pubblicamente ha detto che l'avrebbe sposata», la attaccò, maliziosa. Al che la Carfagna le rispose, asfaltandola: «Anche sul suo conto ci sono stati diversi pettegolezzi, ma non penso che lei abbia lavorato per la sua avvenenza e non per il merito». Pensate un po' un maschio avesse fatto un'insinuazione simile a quella fatta da Costamagna. Sarebbero insorti i comitati anti-sessismo di mezzo mondo. E invece lo disse una donna (di sinistra, almeno allora) a una (di centrodestra), e tutto fu lecito. C'è però una ragione più sostanziale per non auspicare il ritorno di Costamagna nel servizio pubblico. Ogni volta che la giornalista ha condotto un programma, o ha combinato disastri o ha fatto flop. L'ultima sua conduzione in Rai, quella di Robinson nel 2012 su RaiTre, è stata una Caporetto, con ascolti miseramente sospesi tra il 2 e il 4%. 

 

DISASTRI IN SERIE
Anche quando la Costamagna ha guidato o contribuito a programmi su La7 è finita male: nel 2011 ha lasciato In onda, polemizzando con l'emittente per avere osato sostituirla con Nicola Porro (molto modestamente, la giornalista si ritiene insostituibile), quindi nel 2013 ha abbandonato Servizio pubblico di Santoro, accusandolo di essere stato troppo molle nello scontro con Berlusconi. Insomma, se non va male il programma, se ne va lei malamente. Ma soprattutto: c'era proprio bisogno di prendere una conduttrice esterna? Non bastavano i tanti giornalisti interni, tipo quella Monica Giandotti che già conduce Agorà Estate e sembra la sostituta naturale per guidare il programma in versione invernale? Da ciò la domanda finale: quanto ci costerà la Costamagna? 

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