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Stefano D'Orazio, le lacrime di Riccardo Fogli a Storie italiane: "C'era aria di miglioramento", poi è arrivato il coronavirus

Francesco Fredella
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"C'era aria di miglioramento". Parola di Riccardo Fogli, Parola di un amico. A Storie italiane ricorda l’amico - collega Stefano D'Orazio nel giorno dell’ultimo saluto (oggi i funerali alle 15 nella chiesa degli Artisti a Roma). "Speravamo rimanesse in ospedale per due settimane e poi uscisse raccontandoci com'era andata", spiega Fogli, secondo cui D'Orazio "era un genio". 

 

 

 

Fogli è distrutto. Parte la musica in sottofondo. Silenzio in studio. Lui ha un filo di voce, canta con poche parole quelle canzoni che hanno accompagnato l’Italia per intere generazioni. "Era un ragazzo colto, ironico. Un grande manager, un grande organizzatore”, racconta Fogli. Che poi torna a parlare della rottura con il gruppo ai tempi dell’amore con Patty Pravo (Fogli, lo ricordiamo, lasciò la sua compagna dell’epoca: Viola Valentino). 


“Scelsi fra amare chi volevo o stare alla legge dei Pooh. Che diceva: non si portano donne al lavoro. Ma non ho mai portato Patty Pravo in sala d’incisione o a cantare con noi. Era rimasto questo leggero dolore sospeso, che durante le réunion abbiamo chiarito. Ho vissuto una vita complicata. Va bene così: eravamo molto giovani. E’ successo a me, il destino ha voluto così, me la sono cavata. Ma nella vita sceglierò sempre l’amore su tutto”, dice l’ex Pooh. “Nessuno fermerà la musica dei Pooh. Dieci anni prima della reunion aveva lasciato i Pooh perché diceva: ma che devo fare con questi barattoli (riferendosi alla batteria ndr)”, continua Fogli. “Quando c’è stata La Réunion abbiamo iniziato le prove, sono durate sei mesi. Lui era un bravissimo scrittore”.

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