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Non è l'Arena, Luca Palamara svela a Massimo Giletti come si decidevano a tavolino i capi delle procure italiane

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Ospite a Non è l’Arena, la trasmissione della domenica sera di La7 in diretta dalle 20,30 e condotta da Massimo Giletti, è ancora una volta Luca Palamara. L'ex pm è tornato a parlare degli spregiudicati intrecci tra magistratura e politica. Palamara è stato espulso dalla magistratura dopo essere stato indagato per corruzione e per fuga di informazioni all'interno del Consiglio Superiore della Magistratura. Sulla questione ha anche scritto un libro con il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. Il libro, Il Sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana, ha suscitato molte polemiche per le rivelazioni contenute proprio sull'intreccio "malato" tra politica e magistratura. 

 

 

 

Da Giletti infatti Palamara è tornato ad elencare e criticare i magistrati e a parlare delle nuove nomine e di come vengono fatte. Massimo Giletti parla di una voce che riguarda la Dna. "Mi giunge voce che ci sia un accordo per far si che tutto rimanga sostanzialmente come è: alla Dna va Lo Voi, a Palermo va il dottor Viola e Prestipino rimane alla guida della Procura di Roma. Sono illazioni, leggende?", chiede il conduttore al suo ospite. Sottolineando che queste nomine, che fa il Csm, fossero già decise in anticipo.

 

 

La risposta di Palamara svela quello che c'è dietro certe scelte: "Bisognerebbe chiederlo agli attuali componenti del Csm. Nel libro che ho scritto con Sallusti, il meccanismo di scelta è spiegato molto bene: si parla della regola del tre. Una a me, una a te, una a lui, quindi non  ci troverei nulla di male se il sistema continuasse in questo modo", spiega l'ex presidente dell'Associazione Nazionale dei Magistrati.

 

 

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